Sussurri nerazzurri

Inter fregata su Scamacca? Scenari clamorosi: nuovo bomber, i due nomi

Renato Bazzini

Gli attaccanti di buon livello sono così rari sul panorama internazionale che, quando una grande punta un cartellino, si crea la coda alla cassa. È il caso di Gianluca Scamacca. Fino a qualche settimana fa non se lo filava quasi nessuno, a parte un corteggiamento mai pienamente convinto della Roma, mentre ora le due nerazzurre della serie A, Inter e Atalanta, battagliano ferocemente per averlo. Tutto nasce dallo scatto dei milanesi che, dopo aver valutato diversi profili per sistemare la falla-Lukaku, si sono convinti di Scamacca come opzione migliore. E hanno offerto 20 milioni più 2 di bonus, poi diventati 22 più 3, poi 24 più 4 e infine 25 più 5. Ma il West Ham ha preso tempo perché sapeva che l’interesse di una grande avrebbe mosso le acque e invitato una concorrente a provarci, e così è stato.

PERICOLOSA ASTA
È come se l’Inter avesse convinto altri club che su Scamacca vale la pena investire. Su tutti, l’Atalanta che ha appena incassato 75 milioni più 10 di bonus dallo United per Hojlund. È vero che ha già acquistato El Bilal Touré per oltre 30 milioni, ma Gasperini sembra avere dubbi sulle condizioni di Muriel e Duvan Zapata, quindi ha chiesto l’assalto ad una prima punta autentica come Scamacca.

 

La dirigenza orobica sta provando a tirare il West Ham dalla sua parte sempre con 25 milioni più 5 di bonus ma con questi ultimi più facili. L’offerta di fatto è identica e il club inglese può dirsi soddisfatto, tant’è che avrebbe voluto chiudere già ieri ma, come spesso accade in questi casi, i tempi rallentano sul fotofinish. Se il West Ham soffia verso la Dea, Scamacca sembra preferire l’Inter perché giocherebbe in Champions e con l’amico Frattesi. Tuttavia non ha chiuso la porta alla Dea. L’Inter si sente ancora in vantaggio ma conserva due “piani B” di fatto e anche di nome, trattandosi di Balogun e Beto. Sembrava che il centravanti dell’Udinese avesse recuperato terreno su quello dell’Arsenal perché anche Inzaghi, come Gasperini, vuole una prima punta vecchio stampo, alta e potente, per completare il reparto, ma ieri sera, parallelamente al testa a testa con l’Atalanta per Scamacca, l’Inter ha riallacciato i contatti con i Gunners, avanzando la stessa proposta economica da 30 milioni. Meglio dover scegliere che non aver scelta.

QUANTE “ESSE”
Esse di Scamacca ma anche di Sommer, Samardzic e Sanchez, gli altri tre nomi per la rosa interista, in rigoroso ordine di priorità. Il portiere serve come il pane a mister Inzaghi che finora si è arrangiato con il figliol prodigo Stankovic (“esse” a sua volta per cui è nata una mezza idea di scambio con Consigli del Sassuolo), ma il campionato incombe ed è meglio iniziare con il piede (e il portiere) giusto visto che poi, si sa, gli scudetti si possono perdere proprio per via di un’indecisione tra i pali.

Di indecisioni, la dirigenza dell’Inter non ne ha mai avute in Beto, bomber d merito al nuovo numero uno: il post Onana è sempre stato Sommer. È solo stato concesso al Bayern il tempo per acquistare un sostituto, ma tra un club amico e il tuo mister, ad un certo punto, devi scegliere il secondo. Allora ieri è finalmente arrivato il patto: l’Inter pagherà i 6 milioni previsti dalla clausola ma senza esercitarla, ottenendo in cambio dai bavaresi la possibilità di dilazionare il pagamento su due stagioni. Il 34enne portiere svizzero raggiungerà Milano domani e lunedì si presterà alle visite mediche.

 

Nei giorni successivi toccherà al futuro compagno Samardzic, su cui non c’è più ansia. Con l’Udinese è tutto sistemato, manca solo qualche dettaglio sul contratto di Fabbian incaso di ritorno all’Inter in futuro tramite il riacquisto (vorrebbe un adeguamento verso l’alto). Il poker di assi, o per meglio dire di “esse”, potrebbe finire con Sanchez. Sì, proprio lui, il Nino Maravilla ex nerazzurro. L’agente Felicevich lo ha riproposto in cambio di un ingaggio da 2,5 milioni: solo in caso di partenza di Correa verso l’Arabia sarà preso in considerazione. Anche se la scorsa estate non solo non si ridusse l’ingaggio ma pretese una buonuscita per togliere il disturbo.