L'intervista
Donnarumma, la rivelazione dopo la rapina: "Non posso entrare nei dettagli, ma..."
Quella di Gianluigi Donnarumma, meglio conosciuto come Gigio, è stata una notte di puro terrore. Il numero uno della Nazionale di calcio azzurra, oggi portiere titolare del Paris Saint–Germain, ha vissuto un’esperienza, nella notte di ieri, che non potrà dimenticare. Raggiunto telefonicamente non nego di aver fatto notevole fatica a farmi raccontare l’accaduto. L’angoscia e la paura per quello che a sua detta è sembrato un film, traspaiono in ogni parola.
Quel gigante che noi tutti conosciamo, così sicuro, forte e determinato a difendere la rete della nazionale azzurra, la cui maglia dice da sempre di indossare con immenso orgoglio, si è trovato impotente, disarmato davanti a una inaspettata violenza che lo ha letteralmente sconvolto, come sconvolte sono quelle poche parole che è riuscito a consegnarci. «Trovarsi alle tre di notte gente in casa all’improvviso penso che sia la sensazione peggiore che si possa provare». Queste le prime parole del portiere azzurro.
Gigio Donnarumma stava dormendo con la sua fidanzata, Alessia Elefante, nel loro appartamento nel cuore di Parigi quando, intorno alle tre e mezzo del mattino di venerdi, è stato bruscamente svegliato da due persone. Pare, ma è ancora tutto da accertare dai rilievi che sta effettuando la polizia, che fossero in tutto quattro i malviventi che sono riusciti a introdursi nel loro attico. Addirittura pare si siano introdotti dal tetto. Svegliato bruscamente, Gianluigi è stato fatto mettere in ginocchio, girato e legato, completamente impossibilitato a muoversi. «Io sono stato immobilizzato – conferma Donnarumma – e Alessia è stata costretta a consegnare tutto ciò che avevamo di prezioso». Si stima un bottino che si aggira intorno ai 500 mila euro fra soldi e oggetti preziosi anche se ancora mi conferma non avere esattamente chiaro a quanto possa ammontare il furto subìto. Preso il bottino i ladri sono scappati uscendo dalle scale. Una volta immobilizzato il custode del palazzo, se ne sono andati. Sono state sottratte anche le chiavi della macchina che però non è stata presa.
«Non posso entrare troppo nei dettagli – mi confida Gianluigi - , ci sono le indagini in corso e mi sto recando adesso dalla polizia francese per cercare di ricostruire con loro tutto l’accaduto. Questa mattina io e la mia fidanzata abbiamo dovuto lasciare l’appartamento per permettere che venissero effettuati i sopralluoghi ed eseguire gli accertamenti utili alle indagini e ci siamo momentaneamente appoggiati in un hotel». Quando gli ho chiesto se fosse riuscito a vedere il volto dei malviventi mi ha risposto che è stato solo in grado di riconoscere l’accento francese. Erano a volto coperto. Uno spavento amplificato dall’apprensione che potessero fare del male alla fidanzata. Ciò che è emerso dal racconto è stato proprio questo. «La paura è stata tantissima, ma ancora di più era che potesse succedere qualcosa ad Alessia. Io ero impotente, legato, non potevo fare nulla. Poi io non mastico così bene il francese ed è stato difficile spiegare a quelle persone dove stessero tutte le cose. Ed era Alessia, ancora adesso spaventatissima, insieme a loro. Attimi veramente concitati e di profondo terrore, soprattutto paura per lei. Terrore che le potessero fare del male».
Oggi Gianluigi partirà per una tournée con la squadra e cercherà di tornare a respirare quel briciolo di normalità che in una notte gli è stata letteralmente stravolta. Quello che ha vissuto è stato , come lui stesso lo ha definito, un bruttissimo film che mai pensava di poter vivere e che sarà difficile dimenticare. Attimi di terrore che traspaiono in ogni parola del suo racconto. Ma la cosa che è emersa, più di tutto, è l’animo di un ragazzo straordinario che non ha mai, per un solo secondo della nostra chiaccherata, parlato di ciò che di materiale gli è stato sottratto. Ha solo fatto emergere, senza alcuna forzatura, quell’istinto di protezione verso la donna che ama e la paura di non poterla proteggere. Lui, il gigante fra i pali, si è palesato gigante anche nella vita.