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Milan scatenato dopo l'addio a Tonali: ecco il vero obiettivo della società
Noah Okafor è un grande colpo del Milan perché unisce tutte le migliori caratteristiche di una buona operazione: segretezza, rapidità, prezzo, duttilità. Nessuno sapeva nulla della trattativa in corso tra il club rossonero e il Red Bull Salisburgo, nemmeno i più quotati “esperti” di mercato, così non c’è stato il tempo per altri concorrenti di inserirsi. La trattativa è stata rapida, più basata sull’intuito che sul ragionamento, come è nello stile di Moncada, ex capo osservatore che ha basato annidi carriera sulle sensazioni. La rapidità consente al club di anticipare la concorrenza su Okafor, che essendo in scadenza nel 2024 era corposa, e di acquistarlo ad un prezzo ragionevole per un 23enne: 14 milioni più uno di bonus.
La duttilità del giocatore è infine la caratteristica che il Milan cerca e che, in generale, il calcio contemporaneo premia. Okafor è un attaccante a cui piace occupare la posizione centrale ma non è il classico centravanti alla Giroud. Misura 185 centimetri, per il ruolo si può considerare un brevilineo. È rapido nello stretto, potente sul breve e forte sulle gambe. Preferisce frequentare il fronte offensivo piuttosto che l’area di rigore perché ha bisogno di metri per mettersi in moto. Più che un centravanti, è un attaccante, nel senso che può giocare in tutte le posizioni: al centro, sì, ma anche sugli esterni di un tridente.
CAMBIO MODULO
Ecco perché Pioli ha abbandonato il 4-2-3-1 per passare al 4-3-3: a sinistra, Leao si avvicina alla porta mentre a destra non serve più un esterno equilibratore alla Saelemaekers ma può giocare un attaccante come Pulisic o, appunto, come Okafor. Okafor è reduce da 21 presenze e 7 gol nella Bundesliga austriaca e 8 partite e 3 gol, di cui uno proprio al Milan, in Champions League. Di padre nigeriano e madre svizzera, ha scelto di difendere i colori del paese in cui è nato. Al Mondiale in Qatar non è stato protagonista assoluto, ma ha accumulato tre presenze.
Il percorso di Okafor è ascendente soprattutto grazie alla galassia Red Bull, scelta come tappa intermedia tra il Basilea e una grande d'Europa: nell’estate 2019 lo seguivano infatti le due società di Manchester, ma l’avrebbero poi girato in prestito chissà dove. Secondo papà Christian, il Salisburgo era perfetto per esaltare le qualità di Noah: intensità, ritmo, capacità di scegliere la giocata nel traffico, coraggio, libertà d’espressione. Il Salisburgo, che lo pagò 11 milioni, poco meno di quanto incassa ora dal Milan perché non è riuscito a rinnovargli il contratto. Lo acquistò per sostituire Haaland, destinato al Borussia Dortmund, perché i centravanti autentici sono pochi e costosi quindi è meglio lavorare su un’altra tipologia di attaccante. Lo stesso pensiero avuto dal Milan. È infatti lecito domandarsi come mai il club rossonero sia passato da Taremi, un nove che si avvicina a Giroud, allo svizzero.
Non è confusione, è una scelta: Pioli non ha voluto un vice-Giroud di grido, non solo perché potrebbe puntare su Colombo ma anche perché cercava «più imprevedibilità», e quindi ecco servita una batteria di attaccanti intercambiabili, completata da Chukwueze, altro profilo di questo tipo, seppur specializzato nel dribbling, per cui il Villarreal ha accettato 25 milioni più 3 di bonus. È il settimo colpo dell’estate rossonera dopo Sportiello, Romero, Loftus-Cheek, Reijnders, Pulisic e Okafor, il primo non finanziato dalla cessione di Tonali. Infatti, più che Moneyball, quello del Milan è player trading. Ovvero: vendo uno dei migliori della rosa ad un prezzo superiore al suo reale valore (80 milioni) e investo tutti quei soldi per prendere quattro titolari di alto livello, sapendo che tra i 15 e i 25 milioni trovi ottimi giocatori funzionali al tuo progetto tattico. Solo così si può sopravvivere ai massimi livelli. Il Milan lo ha capito.