Dietro le sbarre
Davide Rebellin, arrestato il camionista tedesco che lo ha ucciso: la svolta
Svolta nel caso della tragica morte di Davide Rebellin, campionissimo del ciclismo azzurro travolto e ucciso da un camion lo scorso 30 novembre, a 52 anni. Dopo oltre sei mesi è stato arrestato in Germania Wolfgang Rieke, l'autotrasportatore accusato di essere alla guida del mezzo pesante: l'uomo è in stato di fermo nel carcere di Munster, su mandato di arresto europeo richiesto dal gip di Vicenza. Lo ha comunicato la Procura della Repubblica del capoluogo veneto, che ha sottolineato come secondo l'ordinanza il decesso del ciclista "è da imputare esclusivamente a una pluralità di norme comportamentali da parte di Rieke". Rebellin si stava allenando lungo la SR 11 presso Montebello Vicentino quando il camion guidato dal tedesco lo ha travolto: l'autotrasportatore non lo ha soccorso e ha poi fatto rientro in Germania.
Rieke, 62 anni, è il fratello del proprietario dell’azienda Rieke Transporte Recke per cui lavora. Individuato fin dalle ore immediatamente successive all'incidente e accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso, è potuto restare in patria fino a oggi perché le normative tedesche non recepiscono il reato normato dall’articolo 589 bis del nostro Codice Penale. Rieke non è nuovo a reati nel nostro Paese: in passato aveva patteggiato al tribunale di Foggia per un episodio analogo, fuga dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso.
Nel 2004 invece gli era stata ritirata la patente dalla polizia stradale di Chieti per guida in stato di ebbrezza. Decisivi, per la sua identificazione nel caso di Rebellin, i filmati delle telecamere di sorveglianza dei caselli autostradali e del ristorante La Padania, a poche decine di metri dalla rotatoria dove il camion ha travolto il vincitore di Liegi-Bastogne-Liegi, Freccia Vallone e Amstel Gold Race 2004, il suo anno d'oro. "In base alle testimonianze di persone immediatamente intervenute in soccorso del ciclista - aveva subito fatto sapere il procuratore di Vicenza Lino Giorgio Bruno - risultava che l’autista dopo l’investimento era sceso dal mezzo, avvicinandosi alla vittima, e subito dopo aveva ripreso posto a bordo dell’autoarticolato, allontanandosi".