Panchine
Napoli, ecco l'allenatore perfetto per sostituire Spalletti
Il calcio corre in fretta, anche in una città che attendeva lo scudetto da 33 anni. La grande festa e Luciano Spalletti sono già il passato, adesso Napoli attende al varco De Laurentiis, le cui prossime mosse determineranno il futuro e l’ambizione del club. Al momento se c’è un favorito per la panchina, è solo nella testa del presidente: fiumi d’inchiostro si sprecano per i nomi di possibili candidati, anche perché questa squadra ha guadagnato un rispetto tale in campo internazionale che può essere accostata pure a Jurgen Klopp e Luis Enrique. Quello dell’ex ct della Spagna è un nome che ultimamente va di moda, mentre non lo è mai passato Roberto De Zerbi, che però sembra difficile da convincere ora che si creato una reputazione in Premier League ed è pure stato benedetto da Pep Guardiola.
Vincenzo Italiano è invece il nome meno attraente tra quelli accostati al Napoli e forse anche per questo potrebbe rivelarsi la scelta migliore. È un tecnico giovane, preparato e ambizioso, con un’identità di gioco moderna e spregiudicata. In più vanta a suo favore il fatto che finora abbia sempre superato le aspettative: la promozione in B al primo anno col Trapani, la doppietta promozione-salvezza in A con lo Spezia, il settimo posto all’esordio con la Fiorentina e le due finali di coppa al secondo anno. Un crescendo che potrebbe convincere De Laurentiis a scommettere su di lui: anche se uno o due pezzi pregiati - leggasi Kim e Osimhen- dovessero essere venduti, Italiano avrebbe comunque in mano la squadra più forte che gli sia capitata e potrebbe stupire. In attesa che il Napoli faccia la sua scelta, presto il toto-nomi interesserà anche Roma e Juventus.
L’impressione è che José Mourinho possa annunciare l’addio da un momento all’altro: vive nella convinzione di aver fatto un miracolo negli ultimi due anni e non ha tutti i torti. Lo Special One potrebbe lasciare dopo la finale di Europa League, intanto già circolano i primi nomi per sostituirlo, con quello di Thiago Motta che al momento sembra il più credibile: a Bologna ha dimostrato di essere in crescita, valorizzando la rosa che ha trovato in corsa e proponendo un calcio interessante. Più complessa la situazione della Juve, che non si sbloccherà prima del 15 giugno, quando affronterà il maxi processo che potrebbe anche farla sprofondare in Serie B. Nessuno scenario è escluso, per questo il club non si è mai esposto su Massimiliano Allegri, che in teoria dovrebbe diventare l’uomo di riferimento della ripartenza, ma solo per mancanza di alternative e per giustificare altri due anni di contratto. In pratica potrebbe comunque essere silurato: Zidane, Conte, Spalletti sono suggestioni, Raffaele Palladino e Igor Tudor appaiono profili più in linea con un’eventuale ricostruzione.
Calma apparente a San Siro, dove sia l’Inter che il Milan hanno pubblicamente confermato i rispettivi allenatori. Simone Inzaghi sembrava sull’orlo del licenziamento e invece è rinato con la squadra nel momento decisivo: un’altra stagione l’ha meritata sul campo, anche perché ha vinto quattro trofei in due anni e ha una finale di Champions da giocare. In poche settimane Inzaghi ha spazzato via le voci su un ritorno di Antonio Conte odi Thiago Motta, che sono stati accostati pure al Milan. Nonostante il finale di stagione deprimente, Stefano Pioli ha un contratto fino al 2025 e la fiducia della dirigenza: avrà però i quattro derby consecutivi persi e i nuovi acquisti invisibili da farsi perdonare.