Semifinale
Milan-Inter, tutto già scritto: ecco il risultato di stasera... la profezia nei numeri
Si dice che il derby azzeri il dislivello. Ma fino al calcio d’inizio è lecito chiedersi se esiste, questo dislivello. Almeno sulla carta, in linea teorica, l’Inter è superiore al Milan? O il contrario? Oppure sono due squadre alla pari? Vediamo.
PORTIERI
Si parte con il botto: Onana contro Maignan. Vince il secondo ma questo non significa che il primo sia di livello inferiore. Anzi, l’Inter è in semifinale di Champions proprio grazie alle prodezze di Onana contro il Porto e il Benfica in quantità superiore rispetto a quelle richieste a Maignan, la cui dote è concentrata nell’intervento su Di Lorenzo nel finale dell’andata dei quarti contro il Napoli. In generale, Milano è di nuovo in buonissime mani, come negli anni dei Dida o dei Julio Cesar, quando si alzava la Champions.
DIFENSORI
Vista l’inferiorità numerica dettata dai moduli (3-5-2 contro 4-2-3-1), consideriamo solo i centrali puri dell’Inter. Quindi Acerbi contro Kjaer, gli esperti, e Tomori contro Bastoni, i più giovani. Tra i due totem, difficile non preferire Acerbi per via del contributo lungo tutta la stagione, mentre il danese è riemerso soltanto nell’ultimo periodo. Tra Tomori e Bastoni è un pareggio:nessuno dei due ha reso come negli anni scorsi ma entrambi, quando sono al massimo, fanno la differenza. L’inglese per gli anticipi sull’attaccante avversario, l’italiano per gli ormai proverbiali cross dalla trequarti.
TERZINI
Che poi, chiamarli terzini è riduttivo. Diciamo esterni a tutta fascia, Theo e Dimarco. Vince il primo che è in assoluto il miglior interprete al mondo a sinistra ma il secondo è a quota 4 assist in Champions, come sua altezza De Bruyne. Decisivi entrambi anche per le caratteristiche coerenti con la tipologia di gioco: il Milan è una fionda e Theo ne è la freccia più affilata, l’Inter è avvolgente e Dimarco ne è la sponda più nobile. A destra, Calabria contro Darmian: moduli diversi ma posizioni simili, da “terzi di difesa”. Parità, perché il loro lo fanno sempre. Tra Saelemaekers e Dumfries, altra sfida in cui siamo lì, a conferma dell’equilibrio delle forze. Il belga degli ultimi tempi può essere più decisivo, soprattutto se sfrutterà le lacune difensive dell’olandese.
CENTROCAMPISTI
Il tridente di centrocampo è invertito: l’Inter ha il regista, il Milan il trequartista. Il primo faccia a faccia non è tra le due squadre ma interno a quella nerazzurra: Brozovic o Calhanoglu, chi è meglio? Ecco il dubbione di Inzaghi. Se è al massimo, Bennacer se la gioca. Parola al campo. Tra Krunic e Mkhitaryan, il nerazzurro si fa preferire per una più nobile carriera, ma l’importanza tattica è simile: due mezzali tuttofare dallo spiccato senso del gioco. Tra Barella e Tonali a sorridere è il terzo incomodo, Roberto Mancini, che può contare su cotanti centrocampisti. Ce la caviamo così, con permesso.
ATTACCANTI
Giroud contro Dzeko? Preferenza per il francese per via del palmares che comprende una Champions e un’Europa League, oltre ad un Mondiale. E pensare che, per sua ammissione, avrebbe potuto «firmare per l’Inter nell’inverno 2020» ma «per fortuna è finito al Milan»: è l’unico che può permettersi di alzare i toni, Giroud. Lo sa e lo fa. Certo è che l’Inter ha Lukaku in panchina, arma più sostanziosa rispetto a Origi, che in Nazionale è stata la sua riserva. Lautaro contro Leao? Chiediamo l’aiuto del pubblico. Viene in soccorso la probabile assenza del portoghese, che su The Residency, una app in cui è possibile dialogare con i calciatori, si è detto «Non preoccupato, anzi ottimista per un rientro a breve» dopo aver «fatto cure e dormito tutto il giorno». Se l’obiettivo dello staff rossonero è recuperarlo per il ritorno, il giocatore non può essere rischiato domani. Ovvio che in assenza del portoghese ma con Brahim Diaz al suo posto, la bilancia penda dalla parte del campione del mondo nerazzurro. Dunque, al momento c’è più azzurro che rosso tra le righe nere comuni. Meno male che siamo alla vigilia e i campetti lasceranno presto spazio al campo.