Coppa Italia
Juve, Allegri sconcertante dopo il ko con l'Inter: la frase inspiegabile
Si può perdere una semifinale. Se giochi a San Siro, contro l’Inter e in ballo c’è una finale di Coppa Italia, si può perdere. La parola chiave, però, è quel “se giochi…” e la Juventus di Massimiliano Allegri non è proprio scesa in campo sul prato del Meazza. Il problema è che, se alla fine della partita è lo stesso allenatore a giudicare “una buona partita” la prestazione della sua squadra, allora vuol dire che c’è qualcosa che non va. Queste le parole di Max al termine dei 90’: "Nel primo tempo eravamo un po' addormentati, soprattutto nel primo quarto d'ora e abbiamo preso gol, poi abbiamo fatto una buona partita – spiega Allegri - ma abbiamo tirato poco e siamo usciti. Bisogna ricaricare le energie, abbiamo la semifinale di Europa League e dobbiamo rimboccarci le maniche per tornare a lavorare con cattiveria. Dispiace perché abbiamo fatto una buona partita per 60' contro una squadra molto forte. A noi dispiace non essere in finale, ma quest'anno bisogna essere bravi e forti per tenere le spalle larghe".
L’allenatore bianconero ha dovuto, giocoforza, spostare l’attenzione sul campionato: “Dobbiamo difendere il terzo posto e tenere lontani Roma e Milan. Oggi dovevamo fare meglio in fase offensiva, ma non siamo riusciti a ribaltarla. Non era semplice, vincere qui non è facile. Ma dobbiamo aumentare la cattiveria per raggiungere il risultato. Dobbiamo darci una mossa – rincara la dose Allegri - abbiamo perso cinque partite delle ultime sei e segnato un gol con la Lazio e uno col Verona. In fase offensiva bisogna essere più bravi, anche più precisi ".
Ancora una volta, poi, è emersa la fragilità difensiva della Juve: “Quando sei in queste situazioni te ne capitano di ogni – racconta nel dopo partita Allegri - domenica abbiamo preso un gol da polli e all'andata avete visto che match è stato. Bisogna essere bravi e forti, poi tutto si aggiusta e alla fine le cose tornano”. Al netto delle assenze, soprattutto in attacco, il piano del tecnico livornese di affrontare l’Inter soltanto con Chiesa e Di Maria, due grandi talenti, ma poco capaci per caratteristiche di tenere alto il baricentro della squadra, si è rivelato inadatto. Soprattutto, è emersa la volontà di piegarsi completamente all’avversario e di sperare soltanto di allungare il brodo della qualificazione con qualche contropiede utile. E questo ko, che segue di tre giorni quello con il Napoli, può rappresentare un macigno per il finale di stagione dove, a prescindere dai risultati in Europa League e in campionato, la sicurezza di prender parte alle coppe europee l’anno prossimo è tutt’altro che scontata, vista la scure che l’Uefa sembra voler far calare sulla testa della Vecchia Signora per il falso in bilancio e la manovra stipendi irregolare su cui la giustizia sportiva indaga. Lì sì, la Juventus ha giocato da protagonista.