Pallone e toghe
Fabrizio Biasin: perché la giustizia è il guaio della Serie A
Il problema di questo campionato - francamente accattivante - non arriva dal campo, ma dai tribunali. Gli appassionati di ogni latitudine ci osservano perché in Europa siamo stati bravissimi (cinque squadre italiane tra le dodici semifinaliste delle Coppe, davvero niente male); gli stessi appassionati si sono sprecati in elogi per il super Napoli di Spalletti. Ecco, per una volta potremmo essere noi a dire agli altri «ué, guardate come si fa», ma c’è quell’asterisco che prima c’era e ora non c’è più, ma vai a sapere se tornerà... che rovina tutto.
E ci riferiamo alla Juventus, ovviamente. La Signora è al terzo posto o più giù? La Lazio è a+ 5 sul quinto posto o a +7? Le milanesi in chiave Champions devono fare la corsa sulle romane e basta o sulle romane+Juventus? Mistero.
E questo mistero crea guai non da poco, se è vero come è vero che sono tutti piuttosto indispettiti: i bianconeri che vorrebbero legittimamente sapere per quale obiettivo di classifica stanno combattendo, ma anche tutte le altre che non hanno certezze sulle rispettive posizioni. E quindi sì, è vero, la giustizia sportiva italiana non ci sta facendo una bella figura. Ed è altrettanto vero: per evitare questi casini basterebbe che tutti - nessuno escluso rimanessero nei limiti consentiti dai regolamenti.