Chi snobba, affonda

Milan e Inter, il disastro nel "turno più importante della Serie A"

Claudio Savelli

Per le squadre impegnate nella corsa ai primi quattro posti era teoricamente il turno più importante della stagione. Il fatto che solo le romane lo abbiano sfruttato - l’una, la Lazio, uscita dalle coppe (un vantaggio ma non un merito); l’altra, la Roma, unica oltre al Napoli a perdere l’andata dei quarti europei - è indicativo sul fallimento complessivo della stagione delle altre grandi. Certo, la Juventus è condizionata dalla penalizzazione, ma il programma era avvicinarsi allo scudetto e questo non è comunque successo. Per le milanesi sono terminati gli aggettivi di certo non elogiativi: il loro successo continentale è il contraltare dell’insufficienza locale.

 

 

Le romane sono le uniche a interpretare il turno per quello che è - decisivo, appunto - perché rispetto alle altre stanno vivendo una stagione di upgrade rispetto a quella passata, quando non si erano mai candidate seriamente ad un posto tra le prime quattro. Anziché guardare in su, veleggiavano fianco a fianco verso l’Europa League con piena soddisfazione: Sarri e Mourinho guadagnavano tempo e credito senza prendersi troppe responsabilità nel primo anno di gestione. Se ora le romane possono credere alla top-4 è perché sono migliorate mentre le altre sono peggiorate. La Champions in corso non è la causa di questo peggioramento interno, ma una conseguenza, nel senso che il Milan e l’Inter vi hanno trovato un modo per redimersi dai peccati.

 

 

Le milanesi dovrebbero pensare al loro “campionataccio”, ma non hanno tempo: per i rossoneri è già vigilia del ritorno contro un Napoli più sereno di una settimana fa, per i nerazzurri (che nel frattempo inoltrano il ricorso alla squalifica di Lukaku per la semifinale di ritorno di Coppa Italia) si avvicina un Benfica a sua volta sconfitto in patria. Nessuno a Milano baderà al posticipo di stasera che, paradossalmente, potrebbe creare ulteriori problemi: visti i rallentamenti, l'Atalanta può rispondere all’ennesima chiamata per le posizioni più nobili, agganciando l’Inter al quinto posto. Per farlo dovrà superare una Fiorentina che può a sua volta rientrare nei giochi senza frontiere. Che strano, questo campionato a passo lento, odiato dai tifosi, ma amato dalle squadre che possono sbagliare infinite volte.