Il caso
Juve, insulti a Lukaku? "Si muovono i bianconeri", i risvolti
La Juventus sta cercando gli autori dei cori razzisti verso Romelu Lukaku per bandirli dall’Allianz Stadium. È la prima cosa da scrivere perché è l’unica buona notizia del derby di Coppa Italia: ben venga la caccia all’uomo che si comporta come un animale. I comunicati stampa ricchi di parole sono inutili senza i fatti e al club bianconero va dato atto di agire in prima istanza. Lo sta facendo in queste ore, affiancando la Digos nella visione delle immagini per individuare i volti dei razzisti e andare a suonare ai loro campanelli. Bene, bravi, avanti così. Questa azione è possibile solo grazie agli sforzi della Juve sul suo stadio, e “suo” in questo caso è una parola chiave: la maggioranza dei club non investono nell’impianto perché non è di loro proprietà. Sarebbe ora di sistemare questo bug, ma nel frattempo si renda obbligatorio ciò che la Juve ha fatto nell’estate 2019, ovvero posizionare telecamere in ogni angolo dell’impianto.
E che telecamere: delle 100 totali, 23 sono ad altissima definizione e nove (una per tutto l'esterno, otto all'interno) sono le nuove Multifocal Sensor System PANOMERA che consentono di riprendere in modo continuo una grossa porzione di spazio grazie ai 16 obiettivi di cui sono dotate. Queste camere speciali producono immagini ad altissima definizione fino a individuare i volti delle persone. In più, la Juve ha aggiunto dei microfoni direzionali ad elevata sensibilità che permettono di registrare e sezionare l’audio dagli spalti, esattamente ciò che serve per il caso-Lukaku. Il belga nerazzurro,in un post, ha ricordato che «la storia si ripete» ma che stavolta la speranza è che «la Lega prenda provvedimenti seri»: nel 2019, dopo i fatti di Cagliari a cui si riferisce Lukaku,il Giudice sportivo decise di non sanzionare la società sarda in alcun modo, né vennero individuati dal club i personaggi beceri. All’epoca il Giudice chiese un supplemento d’indagine, cosa che con ogni probabilità si ripeterà anche oggi: dipenderà dal referto dell’arbitro e degli ispettori federali presenti allo stadio. La Lega di serie A ci ha tenuto a sottolineare la sua posizione attraverso i social («Condanniamo con fermezza ogni episodio di razzismo e ogni forma di discriminazione») e ha sottolineato che la campagna di sensibilizzazione è in corso,ma sono solo parole: servono azioni esemplari, fatti memorabili, per evitare che ciò accada di nuovo.
Perché oltre ad una ragione morale e di “banale” civiltà, la Lega ci rimette in quanto a immagine: il mondo che non si è fatto pregare per evidenziare il problema razzismo in Italia. Poteva fare di più anche l’arbitro Massa? Secondo Gianluca Rocchi, numero uno degli arbitri, no. La direzione è stata impeccabile, i cartellini giusti e i falli ben fischiati. È vero che la seconda ammonizione a Lukaku è da “manuale” (esultanza provocatoria: l’Inter non farà ricorso visto che il precedente-Lookman non aiuta), ma in caso di razzismo un arbitro potrebbe avere un pensiero più laterale. Ci ha visto benissimo ma ha chiuso le orecchie. Si può sempre migliorare. Ad esempio si potrebbe modificare il peso del referto di un arbitro sui cori dei tifosi: se Massa non li ha inseriti, il Giudice non ha elementi per prendere provvedimenti. Insomma, chi più e chi meno, i club stanno agendo e la Juventus ne è un esempio. E tutti gli altri?