F1
Domenicali inchioda Vasseur: "Non basta il nome", caos-Ferrari
“Se la Ferrari vince, la Formula 1 è felice, ma oggi la competizione è molto più dura. È diverso l'approccio, dire ‘siamo la Ferrari’ non basta più. I vertici dell'azienda hanno fatto scelte che daranno i loro frutti, l'importante è non farsi prendere dall’emotività”. Commenta così Stefano Domenicali, amministratore e presidente della Formula 1, in un’intervista per La Stampa. La prima gara di Sakhir per la rossa è stato un disastro, con Leclerc ritirato e Sainz solo quarto, passato nel finale dall’idolo Fernando Alonso. “È solo l'inizio, può ancora succedere di tutto — le parole dell’ex team principal di Maranello — Verstappen e Perez hanno fatto una grande corsa, ma anche Ferrari e Aston Martin sono veloci. Ce lo siamo scordato l'inizio del 2022? La Ferrari dopo tre Gran premi aveva una cinquantina di punti di vantaggio, Verstappen diceva ‘game over’, il campionato sembrava finito. Poi sappiamo che ha fatto la Red Bull”.
Domenicali: “Ordine di scuderia? C’è il mio precedente alla Ferrari”
E su Leclerc: “Un grande pilota deve essere un punto di riferimento della squadra — dice ancora Domenicali — Sono anni importanti per lui, deve pretendere una vettura competitiva ed evitare gli errori”. E sull’eventuale ordine di scuderia con Sainz, “posso solo dire quello che ho fatto quando ero a capo della Ferrari (le gerarchie tra Massa e Raikkonen furono decise a campionato iniziato, ndr)”. Quindi una parola su Imola e Monza, che anche quest’anno ospiteranno un GP del Circus ma necessitano di un restauro: “La storia va sempre ricordata e valorizzata, però non deve essere la scusa per non investire — dice ancora — Da Monza e Imola, i cui contratti scadono tra qualche anno, mi aspetto un cambio di marcia a livello di investimenti. Da italiano vorrei vedere il mio Paese reagire a una richiesta di crescita che viene da tutti”.
Domenicali sul budget cup: “Un passo avanti mai visto”
E ancora: “Come abbiamo convinto gli Usa che la F1 è divertente C'è stata Netflix, che ha avuto un successo enorme, e un lavoro di promozione. Ad Austin, per esempio, siamo passati da 60 mila a 450 mila spettatori nei tre giorni. Nel mondo siamo arrivati a 5,7 milioni, il 36% più del 2019. In novembre correremo a Las Vegas il sabato notte. Quando il Covid rischiava di far saltare tutto abbiamo creduto nel nostro prodotto e abbiamo investito”. Una parola su quale sarà il prossimo nuovo Gp: “Abbiamo trasformato una F1 eurocentrica in un vero Mondiale. Ci manca solo il quinto continente, l'Africa. Siamo da tempo in trattativa con il Sud Africa”. Infine, il tema budget cup, che ha portato alla sanzione della Red Bull: “Il budget cap è un passo avanti mai visto, un salto quantico per introdurre una nuova variabile di controllo. Non mi crederà, ma il fatto che ci sia stato "solo" un tipo di problema è stato straordinario, vista la complessità della materia. Adesso, però, pretenderemo decisioni prima dell'estate. Pensi che il financial fairplay del calcio ha tempi elefantiaci, fino a cinque anni”.