Prisma
Juventus e plusvalenze, l'inchiesta travolge altre 6 squadre
La notizia era già contenuta in due articoli pubblicati in queste pagine più di un mese fa. La procura di Torino avrebbe trasmesso, qualora fossero emerse notizie di reato relative ad altre società calcistiche, parte degli atti dell’inchiesta “Prisma” ad altri uffici giudiziari competenti per territorio. E così è avvenuto per Atalanta, Udinese, Bologna, Cagliari, Sampdoria e Sassuolo. Saranno dunque i magistrati di quelle città che dovranno valutare la portata degli atti e decidere se procedere, oppure archiviare. Tra i club coinvolti ce ne sono due, Cagliari e Bologna, finora neppure sfiorati dall’inchiesta, mentre Genoa, Parma, Pisa, Pescara ed Empoli sembrano essere definitivamente uscite dalle indagini penali.
Cosa vi sia nei faldoni che ieri il procuratore aggiunto Marco Gianoglio ha spedito ai suoi colleghi delle altre procure, per ora lo si può solo ipotizzare. Genericamente non si può andare oltre al fatto che le carte riguardano trasferimenti e prestiti di calciatori tra quelle società più la Juventus. C’è da aggiungere anche che la trasmissione degli atti presso altre procure potrebbe continuare anche nelle prossime settimane e riguardare ulteriori club di calcio di serie A e B.
OCCHIO AGLI STIPENDI
«Le carte sono molte - spiegano fonti vicine alla procura -, ci sono 14mila pagine che vengono lette, rilette e studiate, per cui il lavoro è solo all’inizio» e potrebbe riguardare non soltanto le plusvalenze, ma anche «l’affare stipendi di alcuni calciatori». In definitiva i magistrati che lavorano fianco a fianco con gli esperti della Guardia di Finanza, seguono «la pista dei soldi», sia quelli reali che per abili giroconti sarebbero spariti nel nulla, sia quelli virtuali, creati ad arte con plusvalenze farlocche.
Ovviamente questa nuova fase dell’inchiesta non potrà che significare un lavoro aggiuntivo anche per la giustizia sportiva, sia pur in tempi non brevi. Infatti la Figc dovrà attendere le decisioni delle diverse procure e di fronte ad eventuali richieste di rinvio a giudizio, potrà chiedere le carte di nuove risultanze investigative. «Certo- spiega un ex magistrato da sempre addentro alle vicende di sport - l’inchiesta si allarga, ma anche i tempi si dilatano e di queste vicende si rischia di parlare ancora per molti mesi e io non sono sicuro che ciò faccia bene al mondo del calcio e alla sua rifondazione».
Da un lato la giustizia penale, dall’altra quella sportiva, sembrano raggiungere una «convergenza parallela» sul caso plusvalenze. La Figc se ne è occupata il 20 gennaio, e la giustizia penale valuterà la vicenda il 27 marzo.
Allo stato dei fatti, però, sembra che la società bianconera possa rischiare di più sotto il profilo sportivo. Infatti, la Figc ha deciso di riavvolgere il nastro e di rivalutare, sotto un’altra luce, l’intera vicenda che riguarda i bianconeri anche per ciò che riguarda la vicenda stipendi. Sul piano penale, invece, sembrano pesare come un macigno (questa volta a favore della Vecchia Signora) le considerazioni del Gip di Torino Federico Morello che aveva scritto nelle motivazioni riguardo la sua decisione di respingere la richiesta di arresti domiciliari per Andrea Agnelli: «Risulta difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi in definitiva doloso, dai corretti criteri di contabilizzazione, ma è necessario un accurato approfondimento».
Parole che sembrano confermare quanto sostenuto dai legali di Juventus e Andrea Agnelli, gli avvocati Maurizio Bellacosa e Davide Sangiorgio: «Si tratta di un tema che oggi non registra alcuna novità, e rispetto al quale due sentenze della giustizia sportiva hanno già riconosciuto la piena regolarità contabile da parte della Società, che ha agito in piena coerenza con la prassi della football industry». Per il magistrato, invece, si possono considerare «certamente illecite» le modalità con cui sono state portate avanti dalla Juventus le cosiddette «manovre stipendi» del 2020 e del 2021, «al punto che si condivide con la pubblica accusa la sussistenza di gravi indizi».
IN ATTESA DEL 27 MARZO
Il giudice respingendo le richieste di misura cautelare presentate dalla procura per mancanza di rischio di reiterazione del reato, aveva però aggiunto: «Le manovre erano legate all’emergenza Covid e quindi a un periodo storico non più attuale». Se non ci saranno nuovi colpi di scena, il prossimo step sarà il 27 marzo quando davanti al gup Marco Picco inizierà infatti l’udienza preliminare per i 12 indagati accusati di manipolazione del mercato, false comunicazioni da parte di società quotata in Borsa, ostacolo all’autorità di vigilanza e dichiarazione fraudolenta mediante documenti per operazioni fittizie.