Pulce

Leo Messi, attenzione al suo volto: il dettaglio che spiega tutto

Fabrizio Biasin

C'era una volta il Messi spaurito, quello che - per carità - è forte, fortissimo, il più forte, il "quasi Maradona" però... «però gli manca qualcosa», «però se la fa sotto alla prima difficoltà», «però sente il peso delle responsabilità», «però...» ci siamo capiti. Quel Messi lì è scomparso, puff, non c'è più. E forse è una questione di lucidità («questa volta o mai più...»), forse è una questione di esperienza acquisita, forse è solo che il "quasi Maradona" è finalmente diventato "Maradona", ma il dato di fatto è che siamo di fronte alla miglior versione del miglior giocatore degli ultimi 20 anni.

 

 

Messi ha 35 anni compiuti e l'apparente serenità mista a concretezza dei predestinati, gioca come se in palio ci fosse più di un Mondiale, ma la sua stessa reputazione; Messi è ovunque in campo, un po' a destra, un po' a sinistra, un po' al centro, catalizza palloni e giocatori, che siano compagni o avversari. Messi "è" questo Mondiale molto più del suo eterno avversario, Cr7, prematuramente rientrato dal Qatar e virtualmente scomparso dalla celebre pubblicità con la scacchiera, con quei due lì che si lanciano l'ultima sfida ma l'ultima sfida no, se la gioca solo l'argentino. Messi è a un solo passo dal capolavoro, un passo difficile, lungo e faticoso, ma è certamente sintonizzato come non mai.

 

 

Lo si vede dallo sguardo, dal modo di fare ben più "cattivo" rispetto al passato. E la sua è una cattiveria "necessaria", perché stiamo parlando di uno che tendenzialmente è sempre stato "buono", almeno agli occhi di noi che non lo conosciamo, mentre ora, qua e là, sputazza veleno, s' incazza, sfodera lo sguardo di chi non ha tempo per mediare perché sa di essere a bordo dell'ultimo treno Mondiale. Ecco, sì, l'ultimo treno passa domenica alle ore 16, in programma c'è la finale che la Pulce non può e non vuole sbagliare. E allora vedremo se il "quasi Maradona" è destinato a una vecchiaia in cui chiunque mignottescamente gli dirà «sei stato fortissimo ma...» o, viceversa, se riuscirà a entrare nell'Olimpo degli eterni. Per tutto quello che ha fatto, se lo merita eccome.