Il mondiale

Il Marocco? È senza marocchini: la verità sulla squadra che stupisce tutti

Daniele Dell'Orco

 In un colpo solo, è diventata la nazionale orgoglio del continente africano, capace di approdare per la prima volta nella storia in una semifinale mondiale (che giocherà domani alle 20 contro la Francia), e di mezzo miliardo di arabi sparsi nei 22 Paesi tra Maghreb, Golfo Persico e Vicino Oriente. Ma il Marocco è anche la rappresentativa del "colonialismo di ritorno" e della voglia di rivincita di quei popoli emigrati per cercare fortuna altrove e capaci poi di spiccare per doti e capacità, visto che è composta per oltre la metà da calciatori che non sono nati in patria.
 

 

IDENTITÀ
Ben 14 su 26 dei convocati, difatti, hanno scelto di rappresentare il Paese d'origine dei genitori pur essendo nati in Europa e Canada. Sono, di fatto, immigrati di seconda o terza generazione attaccatissimi però alla propria identità. Che spesso dal punto di vista politico e sociale finisce per confliggere proprio con gli ex Paesi coloniali. Il portiere dei sogni Yassine Bounou, titolare del Siviglia, l'eroe dei rigori contro la Spagna, è nato in Canada ma si è trasferito da bambino in Marocco. Qui è cresciuto con la maglia del glorioso Wydad Casablanca. Il suo vice, Munir Mohamedi, è nato nell'enclave spagnola di Melilla, sulla costa orientale del Marocco e nota per le soventi crisi migratorie. Ha iniziato la carriera giocando nell'altra città autonoma del Marocco: Ceuta. Anche l'ex interista Achraf Hakimi è nato in Spagna. Non a Melilla, bensì nella capitale Madrid. L'esterno del Psg avrebbe potuto scegliere la Roja, ma ha optato per il paese dei genitori sin dall'Under 20.

 

 

Noussair Mazraoui, invece, è uno degli esponenti del "clan olandese". I suoi genitori si sono trasferiti a Leiderdorp e l'esterno è cresciuto nei Paesi Bassi, approdando all'Ajax, ma non ha mai avuto dubbi su quale nazionale scegliere. Il Viola Sofyan Amrabat è invece nato poco distante, a Huizen, e inizialmente ha pure vestito la casacca della Nazionale Orange, all'epoca dell'Under 15. Poi, il cambio rappresentativa con il Marocco Under 17. Percorso simile per Hakim Ziyech, nato a Dronten da genitori marocchini, che ha giocato nell'Olanda Under 20 e 21 per poi cambiare rappresentativa, e Zakaria Aboukhlal, originario di Rotterdam in campo con l'Olanda Under 17 e Under 20. Della colonia belga invece fanno parte Ilias Chair, nato in Belgio da padre marocchino e madre polacca, Selim Amallah, nato a Hautrage con parenti anche in Italia (ha scelto da subito il Marocco), Bilal El Khannous (che invece ha giocato nelle giovanili del Belgio Under 15, 16 e 18) e Anass Zaroury, ala classe 2000 che si è fatto le ossa nelle giovanili belghe prima di essere scelto dalla rappresentativa maggiore marocchina.
Per due calciatori in particolare quello di domani sarà un derby vero e proprio. Uno di loro è Romain Sass, nato in Francia da padre marocchino e madre francese, che ha giocato per anni nelle serie transalpine, dalla terza alla prima. Nel 2012 ha accettato la chiamata della Nazionale africana, optando per il paese del padre.
 

 

PIZZICO TRICOLORE
L'altro è Sofiane Boufal, di Parigi con genitori marocchini. Boufal però non ha mai giocato con le rappresentative giovanili transalpine ed è stato inserito direttamente nella prima sqadra del Marocco dal 2016. Tra loro c'è anche un pizzico di Italia, con Walid Cheddira che è nato a Loreto, in provincia di Ancona, da genitori marocchini nel 1998. Cheddira si sta mettendo in mostra in serie B con la maglia del Bari. Non ha mai giocato per l'Italia, ma avrebbe potuto. Insomma, il Marocco "terzomondista" è nato è cresciuto in Occidente. E proprio contro i francesi multiculturali ricchi di immigrati di nuova generazione che hanno scelto invece di giocare per i Bleus vogliono tornare a far sognare il Terzo Mondo.