L'era dopo CR7

Cristiano Ronaldo fatto fuori dallo "stregone": il clamoroso retroscena sul Portogallo

Giampiero De Chiara

È il Mondiale di calcio o è un film scritto da uno sceneggiatore scaltro che conosce tutte le regole drammaturgiche per un'opera di grande successo? Perché al di là del 6-1 che il Portogallo ha rifilato alla Svizzera, qualificando i lusitani ai quarti del Mondiale di calcio in Qatar, tutto il coté che ha preceduto, accompagnato e proseguito dopo la sfida, ha un sapore molto cinematografico oltreché ovviamente sportivo. La rappresentazione plastica del giovane (Goncalo Ramos, 21 anni attaccante del Benfica) che viene scelto al posto del vecchio campione in declino (Cristiano Ronaldo, 37 anni in cerca di un club dopo il licenziamento da parte del Manchester United) che realizza una tripletta alla sua prima partita da titolare in una competizione come il campionato del mondo, sembra proprio la trama di un film tipo Fuga per vittoria, o alla "arrivano i nostri".

COMPETIZIONE "FREDDA"
La storia di Goncalo Ramos si adatta perfettamente a questo scenario. E il modo in cui è "esploso", facendo (in pratica) le scarpe al campione in difficoltà, regala a questa competizione "fredda" per gli appassionati italiani (non solo perché si gioca di inverno) una botta di adrenalina e curiosità. Il giovin attaccante che ha surclassato il vecchio bomber è un vero predestinato. Nel 2019 aveva trascinato il Portogallo U19 in finale all'Europeo di categoria, disputato in Armenia. Quattro gol per lui e scarpa d'oro come migliore cannoniere della manifestazione vinta poi dalla Spagna. In quella stagione si aggiudicò il titolo di capocannoniere anche della youth league (la champions league delle squadre "primavera") con 8 reti. Cresciuto in Algarve, a 12 anni arriva a Lisbona scelto dalle giovanili del Benfica. Fa tutta la trafila classica fino alla prima squadra nel 2020. La stagione scorsa si fa notare con 8 reti segnate in 46 partite, molte delle quali iniziate in panchina. Ma il grande exploit arriva nella stagione in corso. Da agosto ha già segnato 14 gol in 21 partite, con la media di un gol ogni 103 minuti. In nazionale, dopo la tripletta agli elvetici, è già a quota 4 marcature in altrettanti match.

Il suo soprannome è Feiticeiro, ovvero "Stregone", per via della buona sorte mostrata di frequente nei contrasti di gioco. Un soprannome che diventa ancora più calzante, anche alla luce di come si è preso il Portogallo e ai danni di chi. La sua esultanza mimando due pistole con le mani («perché amo il far west e i film western») è già diventata virale e trova nuove assonanze con il mondo della "Settima Arte". Ramos rimane con i piedi per terra e snocciola le frasi di routine che ogni nuovo protagonista ripete quando si affaccia sul palcoscenico del calcio mondiale. «Tutto ciò è un sogno, mi sembra di camminare sulle nuvole e spero solo che questo momento possa continuare. In un Mondiale accade tutto rapidamente, ed è già il momento di concentrarci sulla prossima sfida, con il Marocco (sabato ore 16, ndr). Ronaldo? Come capitano ha sempre una parola di incoraggiamento per tutti, e lo ha fatto anche con me», spiega molto furbescamente Ramos omaggiando a suo modo CR7 perché sa tanto che i riflettori ora sono tutti per lui.

Figlio d'arte («mio padre mi ha trasmesso la passione per il calcio, anche se non l'ho mai visto giocare») Goncalo ha scavalcato proprio Ronaldo nella graduatoria dei più giovani goleador portoghesi in un Mondiale: CR7 fece perla prima volta centro a Germania 2006, quando aveva 22 anni. Ronaldo intanto sembra che non l'abbia preso tanto bene. Dalle sue prime reazioni sembra che non abbia ancora attutito il colpo. Ieri il ct portoghese Fernando Santos aveva programmato una seduta di lavoro per un gruppo di 12 giocatori, compreso Leao, subentrato allo stesso minuto di CR7. Ma Cristiano Ronaldo non si è unito al gruppo delle riserve, e ha preferito lavorare in palestra con i titolari. Dalla sua parte, ovviamente, la moglie Georgina che sui social ha probabilmente espresso il pensiero del marito: «mentre gli 11 giocatori cantavano l'inno tutti gli obiettivi erano su di te (Cristiano Ronaldo, ndr). Peccato non aver potuto godere del miglior giocatore del mondo durante tutti i 90 minuti». Una dichiarazione d'amore, degna conclusione di una storia avvincente.