Nazionale in ascesa
Qatar 2022, il segreto del Marocco? Le "Accademie del Re": ecco cosa sono
In Africa non ha paragoni. Il braccio destro di Larguet, Rabie Takassa, si è trasferito in Spagna per stringere rapporti con i calciatori che militano nella Liga e nei campionati inferiori e precettarli, come ad esempio è accaduto all'ex Siena Zouahir Feddal. Questo sistema ha consentito al Paese di produrre talenti in quantità, come la stella Hakim Ziyech del Chelsea, Sofyan Amrabat della Fiorentina, Achraf Hakimi del Psg e Nous La nazionale del Marocco è una Cenerentola, ma fino a un certo punto. Ai mondiali in Qatar è diventata la squadra africana ad aver disputato la miglior fase a gironi di sempre in una coppa del mondo: 7 punti e primo posto, in un gruppo che comprendeva i vicecampioni del mondo della Croazia e il Belgio, terzo classificato a Russia 2018. Inoltre, ha raggiunto i quarti per la prima volta nella sua storia, battendo nientemeno che la Spagna.
Tuttavia, a noi piace pensare che sia una specie di favola, mala storia del Marocco è molto di più. Ha in squadra dei talenti di caratura mondiale ed ha alle spalle un percorso di rivoluzione tecnica più che decennale.
Per capire i risultati di oggi, bisogna andare indietro almeno al 2009, quando in Marocco è stata fondata la rete delle Academy del Re, gli organi incaricati di scovare tra 40 milioni di abitanti i giovani talenti marocchini eleggibili per la nazionale. Ma non solo, perché anche in quella grande diaspora di migranti sparsi in tutto il mondo, e soprattutto in Europa, si poteva pescare eccome.
SGUARDO VIGILE
Molti di loro sono finiti negli anni sotto lo sguardo vigile di Nasser Larguet, attuale direttore tecnico dell'Arabia Saudita (uscita nel girone ma protagonista della grande vittoria contro l'Argentina), in precedenza capo del settore giovanile del Marsiglia. È stato lui ad aver avviato un progetto di ricerca capace di fondare il nuovo corso del calcio marocchino e l'accademia di cui sopra, inaugurata dal re in persona fuori Rabat a fronte di un investimento di 13 milioni di euro (e nel resto del Paese negli ultimi 10 anni sono stati costruiti 500 nuovi campi da CÄT sair Mazraoui del Bayern. Tutti insieme oggi valgono 300 milioni. Ma pur avendo molte stelle, per valorizzarle anche in nazionale è stato fondamentale Walid Regragui, il ct pescato ad agosto 2021 dopo aver vinto la Champions africana col Wydad Casablanca (secondo coach marocchino ad alzare questo trofeo). Quando prese il posto del bosniaco Vahid Halilhodzic in patria molti erano scettici. Lo chiamavano "mr avocado" per via della sua pelata. Ma ora si sono ricreduti tutti.
SENSO PATRIOTTICO
Con la sua commistione di velocità, fisicità e contropiede, unito a un senso patriottico davvero spiccato: il portiere Yassine Bounou, all'esordio in Qatar, era così emozionato che dopo avere cantato l'inno nazionale ha accusato delle vertigini e si è dovuto accomodare in panchina. Così il gruppo è diventato più unito che mai. Lo stesso Ziyech ne è un esempio, visto che aveva rotto proprio col suo predecessore che lo accusava di scarso impegno per la maglia mentre ora con Regragui è praticamente un tutt' uno con la casacca marocchina. Il resto lo sta facendo la preparazione maniacale simboleggiata dalla vittoria ai rigori contro la Roja. Prima di Qatar 2022, Luis Enrique aveva dichiarato: «Ho detto ai miei calciatori di arrivare al Mondiale con mille rigori calciati in allenamento. Non sono una lotteria, si tratta di bravura». Proprio così, difatti ha vinto il Marocco. Con la parte dell'eroe recitata da Bounou (detto Bono), che di vertigini non ne ha più avute ed ha parato due rigori (oltre al palo di Sarabia). Ma lui e la sua difesa sono granitiche anche nei minuti regolamentari, visto che l'autorete del compagno Nayef Aguerd nella terza partita del girone contro il Canada (vinta 2-1) è l'unico gol subito da Bono, imbattuto nelle altre partite disputate in Qatar contro Croazia e appunto Spagna. Qualcuno ha già rievocato l'autogol di Zaccardo, l'imbattibile Buffone il trionfo dell'Italia nel 2006.
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