Gol "fantasma"
Cristiano Ronaldo fregato da un microchip: fenomeno? No, figuraccia
«Che finimondo per un capello biondo», rappava in estate Myss Keta, scimmiottando una hit birichina di Edoardo Vianello. E che finimondo ha creato a Qatar 2022 il capello (non biondo) di Cristiano Ronaldo in occasione del gol che ha portato in vantaggio il Portogallo ai danni dell'Uruguay. Suo il gol? Oppure da assegnare a Bruno Fernandes? La Fifa ha certificato subito dopo la fine della partita che, sul tiro-cross di Bruno Fernandes, il multicrinito CR7 ha sfiorato il pallone senza toccarlo. Così, malgrado l'esultanza di Ronaldo, nella classifica dei marcatori è finito il trequartista dello United.
Ma come ha fatto la Federcalcio internazionale ad essere così certa dei fatti? Dalle riprese televisive si intuisce che la stella del Portogallo non aveva toccato la sfera ma la conferma è arrivata dalla tecnologia: neppure un capello (non biondo) di Cristiano aveva avuto un impatto con il pallone finito alle spalle del portiere uruguagio Rochet. L'arcano ce lo ha spiegato Adidas: nell'era del Var e del multiverso, qualunque azione di gioco viene ora regolamentata da un microchip inserito dentro Al Rihla, il pallone dei Mondiali. All'interno è stato inserito un circuito in grado di tracciare ogni movimento di Al Rihla: se si verifica un impatto con una superficie esterna, con una parte del corpo dei calciatori oppure con il campo di gioco.
Nell'azione incriminata, il microchip ha evidenziato un primo impulso al momento del cross di Bruno Fernandes e un secondo "bip" quando il pallone finisce in porta. Nessun impulso, invece, al momento in cui CR7 salta. "Il nostro sistema Connected Ball non ha rilevato in quel momento alcuna forza esterna agente sul pallone, lo dimostra l'assenza di "hearthbeat" nei grafici. Connected Ball va a beneficio della Goal Line Technology e del nuovo fuorigioco semiautomatico", ha spiegato l'Adidas. Stavolta, quindi, il capello (non biondo) non ha generato alcun finimondo. Pardon, alcun gol di CR7. Lo ha deciso un chip. Piaccia o no, il calcio del 2022 va così.