Verso il mondiale

Qatar 2022, "tifosi finti": lo scandalo, chi li ha pagati e perché

Leonardo Iannacci

In un grande film di John Ford ("L'uomo che uccise Liberty Valance"), James Stewart sentenzia a proposito di un racconto: «Qui siamo nel West, dove se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda». In quel caso, era tutto meravigliosamente romantico e il racconto cinematografico faceva prevalere la bella finzione su una brutta realtà. Purtroppo, però, nella vita di tutti i giorni non ci troviamo in un film hollywoodiano e dovrebbe essere sempre la verità a trionfare. Dovrebbe, se si parla di sport. A questo abbiamo pensato leggendo la tragicomica notizia emersa dal pianeta social in relazione ai... finti tifosi che il Qatar ha istruito per fare pubblicità all'imminente mondiale di calcio.

I fatti. In un video pubblicato su TikTok e su altri social, si vedono persone di nazionalità asiatica spacciati per ultrà della Spagna, con tanto di magliette e sciarpe della nazionale iberica, ballare e tifare per le Furie Rosse che debutteranno mercoledì 23 contro Costarica. Tutto vero? Affatto. Tutto fintissimo. Costoro non sono assolutamente fan spagnoli bensì lavoranti dei cantieri appena terminati per i mondiali. Operai che, per arrotondare la loro misera paga, hanno accettato di indossare magliette di varie nazionali soltanto per un pugno di dollari. Nei video si notano costoro con le divise di Spagna, appunto, poi di Argentina, Brasile, Portogallo e di altre nazionali. Scene veramente imbarazzanti perché le immagini delle diverse tifoserie si ripetono sempre uguali, con le stesse inquadrature e quasi identiche azioni da parte delle persone coinvolte. Il comportamento stesso di questi falsi tifosi è stato attentamente studiato da una regia furba e sapiente. Perfino le riprese sembrano essere fatte sempre dallo stesso cameraman, con la stessa angolazione e sempre alla stessa giusta distanza dalle folle.

Tuttavia non è la prima volta che in Qatar accadono queste pagliacciate. Nel 2014, in occasione dei campionati mondiali di beach-volley, alcuni autisti di bus e di taxi ammisero di avere accettato denaro per entrare nello stadio dove si disputavano le gare fingendo di tifare. Nel 2019, poi, nel corso dei mondiali di atletica di Doha, un centinaio di finti supporter della velocista Dina Asher-Smith vennero fatti accomodare nei pressi dell'arrivo e fu loro chiesto di esultare nel caso la ragazza avesse tagliato per prima il traguardo. L'obiettivo era quello di mostrare al mondo la tribuna piena. Solo quello. Un mondo finto e plastifico. Questo ci attende in Qatar. Ed è triste. Abbiamo assistito a molte follie durante un mondiale: a un paese rischiare il suicidio di massa per aver perso la coppa (Brasile 1950), a una nazionale vincere sotto gli occhi dei propri generali perché questo era l'ordine della Fifa (Argentina 1978), a uno sceicco scendere in campo per cambiare il risultato di una partita (Spagna 1982), a un arbitro pusher di droga far fuori l'Italia favorendo la squadra di casa (Corea 2002). Ma, sinceramente, questa dei finti tifosi prezzolati ci mancava. Più comica che tragica, vero. Ma ne avremmo fatto volentieri a meno.