Dopo l'Europeo
Il basket di Sergio Scariolo: "Abbiate fede, dove può arrivare quest'Italia"
Un allenatore come Sergio Scariolo fa più espressivo il basket. E non solo per le vittorie ottenute in 34 annidi vita passata sotto canestro, ma per il modo con cui questo bresciano ha modellato i trionfi, tantissimi e ottenuti ovunque: scudetti e coppe internazionali con i club in Italia, Spagna e Russia, e poi mondiali ed europei (4!) oltre a due medaglia olimpiche con la nazionale di Spagna, la sua seconda patria, dove Scariolo vive e ha trovato moglie. La ciliegina sulla torta, da raccontare ai nipotini, è il prestigioso titolo Nba conquistato come assistent-coach a Toronto, nel 2019. Difficile, onestamente, fare di più. Don Sergio, come lo chiamano in Spagna, si sa sdoppiare: allenala Segafredo Virtus Bologna e, part-time, la nazionale iberica. Da uomo intelligente (è laureato in legge) applica le celluline grigie a uno sport che è schema e tecnica sì, ma anche ragione e sentimento. Doti che contraddistinguono un altro grande allenatore italiano, di calcio, che vince tutto all'estero: Carlo Ancelotti.
PUNTA DI DIAMANTE Punta di diamante in questa esportazione di cervelli italiani dello sport, Scariolo ha confermato domenica scorsa di essere uno specialista: da ct della Spagna ha vinto in Germania il quarto campionato europeo. E lo ha fatto con una nazionale iberica non eccelsa, la meno ricca di talento distante anni luce dalla Spagna stellare dei fratelli Gasol e di Rodriguez. Una vittoria inaspettata quella ottenuta in finale contro la Francia, come racconta Don Sergio: «Non posso negare che questo quarto Europeo vinto ha avuto una sapore speciale. Alleno la nazionale iberica dal 2009 e stavolta non partivamo certo tra i favoriti. Tuttavia avevo una certezza: le mie squadre, di club e di nazionale, hanno una loro specificità e un denominatore comune: un'identità definita e un grande spirito di squadra. I riflettori si sono accesi, alla fine, sui fratelli Hernangomez ma la conquista è stata del collettivo».
Come guidare una Ferrari, questo il paragone che fa Scariolo per spiegare l'impresa: «Stavolta tenevo il volante di una Ferrari non facile da guidare. Per questo durante l'Europeo ho tenuto un atteggiamento esigente al limite dell'aggressivo. Pensavo fosse il modo giusto per guidare questi splendidi ragazzi. In squadra avevo nove esordienti in nazionale e tutti sono andati oltre ogni aspettativa. È stata la mia vittoria più bella, costruita sul lavoro, sulla difesa e sul desiderio di andare oltre i nostri limiti, fisici e tecnici. Il segreto di un trionfo simile ottenuto con una squadra più debole rispetto alle altre nazionali del passato è stato quello di rendere le cose difficili a chi ci giocava contro. Filosofia che ho sempre seguito da quando alleno». Quello che è mancato alla nazionale italiana, fuori nei quarti? Per Scariolo no: «Va superata la delusione per il ko contro la Francia, che è una grande squadra. Il futuro azzurro mi sembra incoraggiante. Non sarei pessimista. Pozzecco ha giocatori maturi e altri in crescita, Banchero è un vero fenomeno che sposterà molti equilibri perché porterà alla nazionale l'esperienza che accumulerà nell'Nba». A proposito di Nba, la Spagna aveva nel roster un campione statunitense come Lorenzo Brawn, naturalizzato in una sola settimana, un fatto che ha creato qualche polemica. «È successo in tante altre nazionali. Semplicemente Lorenzo ha rinunciato al passaporto americano e ha scelto la Spagna. Lo avevo avuto a Toronto quando abbiamo vinto il titolo Nba e non ho avuto alcun dubbio a portarlo all'Europeo». Ora una lunga stagione con la sua Virtus Segafredo Bologna, impegnata già la prossima settimana nella Supercoppa contro l'Armani Milano del suo eterno rivale Ettore Messina.
RICOMINCIARE «Sto tornando a Bologna in queste ore, ci aspetta una stagione lunga e difficile durante la quale faremo anche l'Eurolega. Lo scorso anno abbiamo chiuso una stagione positiva durante la quale abbiamo vinto una Coppa europea e siamo arrivati in finale scudetto. Non vedo l'ora di ricominciare. Personalmente sono carico come una molla».