Odiato
Vladimir Putin impiccato, choc Legia allo stadio: "Put***na russa", la Polonia vuole la guerra
La guerra a Vladimir Putin passa anche per una partita di calcio. Ed è in Polonia, paese confinante con l'Ucraina in guerra, di fatto le porte dei profughi in Europa nonché ultima frontiera sempre più militarizzata della Nato in funzione anti-russa, che si respira un inquietante perché diffusissimo clima di odio viscerale nei confronti dello Zar. Certo, in uno stadio e tra i gruppi ultrà le tensioni spesso sono amplificate, ma quanto accaduto nel corso del match tra Lech Poznan e Legia Varsavia ha fatto velocemente il giro del mondo.
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Durante la partita del campionato polacco, i tifosi ospiti hanno esposto sugli spalti da loro occupati uno striscione gigante che raffigura proprio il presidente russo con un cappio al collo. Impiccato, dunque, e con la maglia dello Spartak Mosca, squadra gemellata proprio con il Lech Poznan. Un doppio sfregio, ai rivali in campo e a Putin, ormai nemico pubblico numero uno a Varsavia.
Il Paese che, tra quelli europei, più ha premuto e preme tutt'ora per un aiuto militare a Kiev, compreso l'invio di caccia che rischierebbe di far piombare la stessa Polonia per prima in guerra diretta con la Russia. Dalle tribune del settore ospiti, inoltre, fanno sapere le cronache, si è levato anche il coro "Ruska kurwa", ovvero "put***ana russa". In uno slogan, un avvertimento al mondo.