Il campione

Michael Schumacher, drammatica testimonianza di Briatore: "Molto dura parlare di lui. Solo un miracolo..."

Lorenzo Pastuglia

Le voci, circolate da tempo, hanno trovato fondamento la scorsa settimana: Flavio Briatore è tornato in Formula 1, ma non nel ruolo di team principal di una scuderia, bensì come “ambasciatore”. Un impiego che lo stesso imprenditore piemontese ha spiegato in una lunga intervista al Corriere della Sera: “La collaborazione è nata parlando con Stefano Domenicali (presidente e Ceo della F1, ndr), per dare una mano — ha detto il 71enne — Per sostenere gli organizzatori dei GP, per supportare gli attuali partner commerciali e trovarne di nuovi. Inoltre, faremo un restyling del paddock club (gli spazi riservati ai vip, ndr) e dell’intrattenimento”. Come? “Sarà diverso nel cibo e nello svago, dobbiamo creare la voglia di tornare a un GP — ha aggiunto —. Sarà un vantaggio anche per le squadre. Deve essere un’esperienza unica, la F1 negli ultimi due anni è esplosa grazie a Netflix, e alla proprietà americana. Il mercato Usa è una colonna portante ora”. 

 

 

 

Della F1 dei suoi tempi, è rimasto più legato “alla Benetton — ha detto il piemontese al Corriere della Sera — Vincevamo e davamo fastidio: un’azienda di magliette batte i team storici. Abbiamo cambiato gli equilibri e anche la comunicazione portando in pista la moda, le modelle e i grandi stilisti”. Il ricordo va inevitabilmente a Michael Schumacher, che in Benetton vinse due titoli nel 1994 e 1995: “A volte ritrovo vecchie foto di noi due, me lo voglio ricordare così com’era — ha aggiunto Briatore —. Quando devi parlare di lui, pensando a come è adesso, è molto dura per tutti quelli che come me lo hanno frequentato. Bisogna soltanto pregare, solo un miracolo potrebbe farlo tornare la persona di prima”. 

 

 

Per chi ha vissuto l’era del Kaiser, di Senna, non ci deve essere il rischio della nostalgia: “Lo sport si evolve — ha proseguito Briatore al Corriere della Sera — La popolarità della F1 sta crescendo grazie a una generazione di piloti attivi sui social media. Gli eroi di mio figlio sono Russell, Gasly, Norris, ragazzi che divertono su Instagram, TikTok. Parlano un altro linguaggio rispetto ad Alonso. E poi il duello Verstappen-Hamilton (l’anno scorso, ndr) ha riavvicinato anche chi si era allontanato. È stata una competizione incredibile”. Il tifo è stato tutto “per Max — ha affermato — volevo che ci fosse un campione del mondo diverso da Hamilton. E poi nell’arco di un campionato così lungo emerge il migliore. Per anni la Mercedes ha lottato soltanto contro sé stessa, questo duello è servito anche a rimotivarla”. La Ferrari invece non vince dal 2008, sarà l’anno buono? “Difficile dirlo, il Mondiale 2010 con Alonso è stato buttato via (nel finale di Abu Dhabi trionfò Vettel con la Red Bull, ndr). Ma li aspettiamo adesso, hanno sempre detto che avrebbero puntato sul 2022. Ora che si sono rimescolate le carte mi auguro che la Ferrari vinca. E anche se non dovesse vincere il titolo, che almeno sia competitiva”.