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Jannik Sinner, "da crisi familiare a divorzio". Cosa c'è davvero dietro la rottura con Piatti, terremoto nel tennis mondiale

Non è solo una questione di liti in diretta e screzi. Tra Jannik Sinner e il suo coach Riccardo Piatti la situazione è precipitata all'improvviso, almeno per quanto riguarda il coach. Dopo gli Australian Open finiti in semifinale e con il clamoroso e "brutale" scambio di vedute tra il 20enne della Valpusteria, in campo, e il suo mentore in tribuna ("Io gioco con la testa, ma tu stai calmo, caz***o"), i due stavano già programmando il proseguimento della stagione. "Se Jannik gioca 60 partite, nel 2022 può diventare numero 8 al mondo", assicurava Piatti. Sinner, che attualmente è numero 10, forse aveva ambizioni ancora più alte. E così ora, stando alle indiscrezioni della Stampa, sostituirà il suo coach con Magnus Norman, svedese che negli scorsi anni ha "creato" lo svizzero Stan Wawrinka, facendolo diventare da buon giocatore a fenomeno da slam, 

 



"A far precipitare la situazione - sottolinea sempre la Stampa - è stato il disaccordo sulla programmazione. Piatti dopo gli Australian Open aveva già previsto un periodo di allenamento e il rientro per la qualificazione di Davis a Bratislava (4-5 marzo), visto che Jannik in pratica non si era mai fermato fra Finale di Coppa Davis e trasferta australiana. Sinner invece premeva per giocare, infatti è iscritto all'Atp 500 di Dubai, che inizia il 21 febbraio".

 

 



Ma tra classifica, sponsor e pressioni varie, forse Jannik sentiva il bisogno di accelerare i tempi e bruciare le tappe. E così la "crisi familiare" si è trasformata in un divorzio così clamoroso da scuotere non solo il tennis mondiale, ma l'intero circuito Atp considerato quanti tecnici (da Boris Becker a Carlos Moya, per finire con John McEnroe) sognavano di poter lavorare con l'astro nascente Sinner.