Australian Open
Matteo Berrettini, la "caterva di punti" che deve fare: "Per battere Nadal c'è solo un modo...", operazione-trionfo
Contro Stefanos Tsitsipas non c’è stato nulla da fare, e se così la semifinale degli Australian Open se l’è aggiudicata il greco, per Jannik Sinner il prossimo impegno in calendario è l'Atp 500 di Dubai dal 21 febbraio, negli Emirati, dove dovrebbe rientrare anche Djokovic. L’altoatesino ha detto di avere la necessità di “lavorare tantissimo per aggiungere cose al mio tennis: per battere giocatori di questo livello, ciò che faccio non basta”. Ecco così che un tale McEnroe potrebbe essere utile alla questione come super-coach, mentre quello attuale, Riccardo Piatti, “non ha accettato di buon gusto le ultime esternazione di John sul tema”, è scritto in un articolo sul Corriere.
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Il commento di coach Santopadre sulla sfida Berrettini-Nadal - Chi sa cosa aspettarsi da Matteo Berrettini, invece, è Rafa Nadal, pronto alla sfida per il match di venerdì. “Al termine della maratona con Monfils, Matteo ha affidato i muscoli al fisioterapista Ramon Punzano, uno degli uomini incaricati di preservare il capitale umano Berrettini — è scritto ancora sul Corsera — una buona notte di sonno e poi testa sulla missione Nadal. Il gladiatore gentile non è più il ragazzo di bottega della semifinale dell'Open Usa 2019 (unico precedente), è vero”. Battere il campione dei 20 titoli Slam, però, sarà durissima, e il romano ha già avuto un assaggio a New York tre anni fa: “Rispetto alla partita di New York, Matteo ha più forza, tecnica, tattica. E, dopo le sfide con Alcaraz e Monfils, cuore. Se avrà una chance, la prenderà”, ha detto coach Santopadre.
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Bertolucci-Pietrangeli, pareri discordanti - Per Paolo Bertolucci, invece, “giocare come con Monfils non basta — ha detto l’ex tennista — Matteo dovrà fare una caterva di punti con il servizio, non dare ritmo a Rafa, chiudere entro 5-6 scambi, perché se lo spagnolo comincia a tessere la sua ragnatela da fondo diventa durissima. Non parte favorito ma Nadal non è più un muro invalicabile, quindi Matteo se la può giocare”. Di parere opposto Nick Pietrangeli, che in Australia (nel 1957) si fermò ai quarti: “Se Matteo serve al meglio delle sue possibilità, lo vedo favorito. Nadal è forte ma non dimentichiamoci che è anche reduce da diversi mesi di stop e contro Shapovalov è andato vicino alla sconfitta. Inoltre Matteo comincia ad avere esperienza di partite importanti nei tornei del Grande Slam, ha giocato la finale a Wimbledon e quindi non sarei sorpreso se riuscisse a vincere l'Australian Open”.