Le statistiche

Andriy Shevchenko e gli altri, cambiare allenatore non serve: tutti i flop di Serie A (e la sola eccezione)

Uno dei principali dilemmi che attanaglia da sempre i presidenti della serie A riguarda l'utilità o meno del cambio in panchina. E quello che insegna l'attuale campionato è che, nella maggior parte dei casi, esonerare l'allenatore non serve. O almeno questo racconta la classifica. In zona retrocessione, infatti, sono presenti esclusivamente squadre che hanno effettuato un cambio in panchina a stagione in corso: la Salernitana, che dopo otto giornate ha rinunciato a Fabrizio Castori preferendogli Stefano Colantuono, è ultima; il Cagliari, che dopo appena tre partite ha esonerato Leonardo Semplici chiamando Walter Mazzarri, è solo una posizione più avanti ai campani; il Genoa, che da tre giornate ha in panchina Andriy Shevchenko, dopo l'addio a Davide Ballardini, è 18esimo. L'eccezione che conferma la regola è il Verona, che passando da Eusebio Di Francesco a Igor Tudor alla quarta giornata ha goduto di una netta crescita.

 

Ma trattasi di anomalia, appunto, anche perché il tecnico croato ha avuto la bravura, e le capacità (non a caso è stato l'uomo ombra di Andrea Pirlo nella sua avventura alla Juve), di ripartire dallo splendido lavoro del connazionale Ivan Juric. In tutti gli altri casi, invece, l'esonero non ha portato gli effetti sperati, anzi. Ne sanno qualcosa a Salerno, dove a fine primo tempo dell'esordio di Colantuono nella sfida salvezza all'Arechi contro l'Empoli si trovavano già sotto 0-4 (per poi chiudere con un deludente 2-4). Il preludio ad una storia d'amore mai del tutto decollata tra il tecnico 59enne e la Salernitana, che dal suo arrivo ha raccolto solamente 1 vittoria, a fronte di 1 pari e 5 ko in 7 partite. Non va meglio al Cagliari di Mazzarri, già a rischio esonero, che dopo un incoraggiante inizio con il 2-2 in casa della Lazio, ha ottenuto solamente una vittoria, 4 pareggi e 6 sconfitte in 11 giornate.

 

 

Chi ha l'attenuante, invece, è Sheva, che dal suo arrivo al Genoa ha fatto i conti con un calendario tremendo, affrontando Roma e Milan in casa, con due sconfitte (0-2 con i giallorossi, 0-3 con i rossoneri), ed ottenendo un pari (0-0) in casa dell'Udinese. Certo, il problema principale riguarda l'attacco, il Genoa di Sheva non ha ancora segnato: un paradosso, considerando l'affinità col gol dell'ucraino da calciatore (354 in carriera coi club, di cui 175 con il Milan). E domenica arriva un'altra sfida complicata, all'Allianz Stadium contro la Juve, seguita dal derby contro la Samp venerdì prossimo: la partita verità.