Inchiesta Prisma

Juventus, Cristiano Ronaldo sotto torchio? Tam-tam impazzito in procura, così il portoghese può affondare i bianconeri

Lorenzo Pastuglia

Emissione di false fatture e fase comunicazioni: i reati per la quale sono indagati i vertici della Juventus nell’inchiesta Prisma. Uno dei punti centrali è la famosa “carta Cristiano Ronaldo”, ovvero quel documento di cui parlano in un'intercettazione Federico Cherubini, attuale responsabile del mercato bianconero, e Cesare Gabasio, avvocato del club. Foglio che, però, gli inquirenti non sono ancora riusciti a trovare nonostante l'analisi del materiale sequestrato sia quasi terminata. E allora i pm pensano di interrogare Cristiano Ronaldo o i suoi avvocati. Gli inquirenti, nel decreto di ingiunzione, parlano genericamente di "retribuzioni arretrate del calciatore", ma ai pm interessa più come sia stata computata a bilancio. E dunque non se riguardi un accordo sugli stipendi posticipati durante la pandemia o una sorta di buonuscita per facilitare il passaggio di Ronaldo al Manchester United, avvenuto la scorsa estate.

 

CR7 interrogato? Ipotesi difficile
La Juve intanto sta collaborando con la giustizia — lo stesso Maurizio Arrivabene, sentito come persona informata dei fatti, avrebbe garantito di "informarsi" al riguardo —, ma intanto il documento fisico non è ancora saltato fuori. E allora ecco lo scenario, ipotizzato da Gazzetta e Corriere della Sera, della convocazione in procura per CR7 anche se è difficile, al momento, immaginarsi che il giocatore si presenti nuovamente a Torino, gli inquirenti piuttosto potrebbero sentire la Gestitute, società che gestisce il portoghese, e il suo procuratore.

 

Tempi ancora lunghi
Intanto la Procura Torinese vuole affidarsi al commercialista Enrico Stasi, per analizzare i bilanci Juve dal 2018 al 2021 e capire se esistono anomalie nei flussi finanziari e contabili. Stasi già nel 2006 fu scelto dal procuratore aggiunto del pool Economia, Bruno Tinti, per analizzare i bilanci bianconeri nell'ambito delle indagini per falso in bilancio quando, al tempo, furono indagati Luciano Moggi e Antonio Giraudo. Il nodo della questione non è tanto sul valore attribuito ai vari giocatori coinvolti nelle plusvalenze, quanto nella contabilizzazione e della corretta comunicazione (per questioni di Borsa). Una consulenza come questa di solita necessita di due-tre mesi mesi di lavoro, ecco perché i tempi dell'inchiesta potrebbero allungarsi.