Juventus, torna Bettega:
Roberto Bettega si presenta prima di iniziare una nuova avventura con la Juventus: «Oggi la Juventus è una macchina che funziona a 360 gradi, una parte di questa macchina stenta ad inserire la marcia. Io cercherò di dare il mio contributo, affinché questa macchina riprenda a marciare». L'ex bandiera bianconera torna tra i quadri dirigenziali del club con la carica di vicedirettore generale. «La Juve è sempre stata la realizzazione dei miei sogni. Se il calcio fosse qualcosa di diverso dalla Juve, mi sarei messo sul mercato. Per me il calcio è la Juve: non vedo e non conosco alternative», dice Bettega, che dal 1994 al 2006 è stato vicepresidente e nella stagione 2006-2007 è stato consulente. Bettega faceva parte della “triade” che comprendeva anche Antonio Giraudo e Luciano Moggi. L'ex amministratore delegato e l'ex dg della Juventus sono stati coinvolti nei procedimenti legati allo scandalo di calcio poli: le sentenze sportive hanno privato la Vecchia Signora di due scudetti vinti nel 2005 e nel 2006. «Io non rinnego assolutamente niente. I giocatori hanno vinto gli scudetti sul campo: mi riferisco a Buffon, Del Piero, Cannavaro, Ibrahimovic, Camoranesi. Vedremo cosà succederà, ma io oggi sono stato chiamato per guardare avanti e non indietro», sottolinea Bettega. «Penso al bene della Juve e credo che questa non sia la Juve vera. Anche secondo gli articoli scritti da voi -dice Bettega rivolgendosi ai giornalisti - quella vera è quella di 3 mesi fa. Crediamo nel lavoro di squadra, in questo modo si risolvono i problemi». Parlando di Ciro Ferrara, Bettega dribbla con un sorriso l'argomento allenatore: «La mia funzione è dal primo gennaio, ve lo dirò allora. Io credo che non si debba essere presuntuosi. Bisogna analizzare bene, perché i problemi non nascono mai da soli. Se andiamo a rivedere quello che si scriveva sulla Juve tre mesi fa i pareri erano molto diversi da quelli di oggi», ribadisce. Le difficoltà della Juventus sono legate anche al rendimento poco soddisfacente dei nuovi acquisti: «Diego e Melo? Tanti episodi nella storia della Juve dimostrano che faremmo bene a investire su persone che magari più avanti faranno bene. Basti pensare a Platini e Zidane», dice, prima di soffermarsi su Alessandro Del Piero, che nella stagione attuale ha avuto poche chance per mettersi in evidenza: «Io non penso che un giocatore come Del Piero possa essere un problema per la Juve. Sarebbe una mancanza di rispetto per quello che ha fatto, per quello che sta facendo e per quello che farà. Non può essere considerato un problema», dice il dirigente. La Juve ha perso 5 delle ultime 6 gare ufficiali; è fuori dalla Champions League e in campionato è staccata di 9 punti dall'Inter capolista: «Per noi è importantissimo l'affetto dei tifosi. I nostri giocatori accettano le critiche, ma alla fine della gara - continua - I nostri tifosi sono una componente della squadra e abbiamo bisogno del loro sostegno». La squadra, evidenzia Bettega, ha bisogno di serenità: «Non c'è niente di più brutto di quando speri che la palla non ti arrivi tra i piedi. Chi gioca nella Juve indossa una maglia importante: bisogna vincere e questo comporta responsabilità maggiori. È capitato anche a me», dice ripensando ai momenti complicati vissuti con la casacca bianconera. «Ho visto con piacere la visita di John Elkann e Andrea Agnelli, che ha dimostrato l'attaccamento della Famiglia, anche dopo la scomparsa dell'Avvocato e del Dottore», dice riferendosi alla proprietà del club. «Nessuno è eterno, ma è il marchio che va avanti. Gli Agnelli ci mancano, ma a me manca tanto anche l'avvocato Chiusano. È una gioia aver potuto lavorare con loro e non cambierà il feeling con gli eredi».