Crescita verticale

Napoli, il tocco magico di Luciano Spalletti: dopo Dzeko e Icardi, ecco Osimhen

Federico Strumolo

Se la serie A dovesse assegnare un premio per il miglior giocatore di questo avvio di campionato, è probabile che a vincere sarebbe il nigeriano Victor Osimhen. D'altronde, l'attaccante del Napoli segna - è già a 4 gol in campionato (più altri 2 in Europa League) -entusiasma i tifosi con la grinta che lo contraddistingue e fa ammattire i malcapitati difensori avversari grazie alle sue poderose progressioni palla al piede. A certificare la straordinarietà dell'impatto del ventiduenne ex Lille (ed acquistato dal Napoli l'anno scorso per 70 milioni complessivi) sulla serie A, c'è il paragone con tutti gli altri attaccanti dei cinque principali campionati europei a settembre. Il solo a tenere il passo dell'azzurro a quota 6 gol segnati in questo mese è il francese del Real Madrid Karim Benzema (mica uno qualunque...). 

 

CRESCITA ESPONENZIALE
Ma nella crescita esponenziale di Osimhen, che nella sua prima stagione in Italia si era fermato a 10 reti in 30 presenze (è dunque già a 4 gol dal suo primato a Napoli, con solo 6 partite disputate), è presumibile pensare che ci sia lo zampino dell'uomo che da quest' anno siede sulla panchina napoletana: Luciano Spalletti. Nulla contro il bravissimo Gennaro Gattuso, sia chiaro, ma un riconoscimento nei confronti dell'allenatore di Certaldo, che pare avere una marcia in più rispetto a tutti i colleghi nella gestione - almeno sul rettangolo verde- dei suoi centravanti. Merito del modo in cui riesce ad entrare nella testa dei suoi 9, tirando fuori il meglio da loro. Osimhen, infatti, è solo l'ultimo attaccante a beneficiare del lavoro di Spalletti. Il quale può vantarsi di aver fatto vincere la classifica marcatori di serie A a tre attaccanti diversi (mentre in questo momento davanti a Osimhen, ci sono Ciro Immobile della Lazio a 6 e l'interista Edin Dzeko a 5). Il primo, ed anche il più forte, fu Francesco Totti alla Roma nel 2006/07 con 26 gol segnati in 35 presenze. Inutile dire che quella rappresenti la miglior annata di Totti in quanto a gol, e solo in un'altra stagione (2003/04, con in panchina Fabio Capello) riuscì ad arrivare ad almeno 20 reti. 

Un feeling, tra Spalletti e Totti, ottimo anche fuori dal campo, almeno fino al ritorno del tecnico nella capitale del 2016. Tra incomprensioni e litigi evitabili, infatti, la loro relazione si sgretolò, facendo posto, però, ad un nuovo amore calcistico nel cuore dell'allenatore, che risponde al nome di Edin Dzeko. Il giocatore, probabilmente, maggiormente rivitalizzato dalla cura Spalletti, considerando che prima di trovarlo sulla propria strada, Dzeko stava attraversando il periodo più complicato della sua carriera, con solo 16 gol segnati complessivamente nelle precedenti due stagioni (6 nel 2014/15 nell'ultimo anno al Manchester City e 10 nella sua prima stagione in giallorosso nel 2015/16). Insieme al toscano, invece, visse la sua miglior annata in carriera, segnando complessivamente 39 reti, di cui 29 da capocannoniere della serie A. 

 

L'ARGENTINO
E se qualcuno potesse pensare che il tocco magico di Spalletti si limitasse ai confini romani, a fugare ogni dubbio c'èl'esperienza all'Inter, con Mauro Icardi nella stagione successiva. Anche lui capocannoniere in campionato con 29 gol ed anche lui alla stagione più prolifica della carriera. E, dopotutto, non è poi così difficile immaginare chi sarà il prossimo bomber a dare il meglio di sé sotto la sapiente guida di Luciano Spalletti. I difensori della serie A sono avvisati, Osimhen promette fuoco e fiamme.