Nodo cruciale
Milan e Inter in Sala d'attesa: senza stadio, per Milano è un risveglio a metà
Più che l'impennata del Napoli, su cui in pochi scommettevano, dovrebbe sorprendere ciò che molti davano per scontato, ovvero la conferma di Milano ai vertici del calcio italiano. Primo perché è più difficile rimanere in cima che arrivarci. Secondo perché, dopo aver terminato il campionato occupando le prime due posizioni, le milanesi hanno perso i pezzi più pregiati quali Conte, Lukaku e Hakimi da un lato e Donnarumma e Calhanoglu (frontaliero del Naviglio) dall'altro. Eppure procedono a braccetto a rimorchio della nuova capolista. E nel braccetto si nasconde il segreto del rinascimento cittadino: Inter e Milan si guardano, si osservano, competono tra loro oltre che per il vertice. Così creano una tensione evolutiva che spinge entrambe verso l'alto. Dalla sana rivalità, Milano non può che guadagnarci. Come ha sempre fatto prima della crisi economica e gestionale delle due società di punta. Così si conferma al comando tra le città italiane del calcio: 26 punti in 5 partite, con entrambe le squadre ancora imbattute. La Capitale che si appresta al primo derby (domenica) tra i nuovi leader Mourinho e Sarri è lontana 6 punti: 12 quelli della Roma, 8 quelli della Lazio, 20 in totale. Torino, invece, somma 12 punti, meno della metà di Milano: paga il crollo della Juventus, addirittura sotto in classifica dei rivali granata, che sembrano svegliarsi dal torpore grazie a Juric. Se lo Spezia è un appuntamento (alle 15, Dazn) sulla carta morbido per il Milan, che recupera Calabria e Giroud ma perde Florenzi, l'Atalanta per l'Inter (priva di Sensi, Correa e Vidal) costituisce il primo scontro diretto. Da un lato quindi gli uomini di Pioli devono confermare la mentalità da grande che non sottovaluta gli impegni nel bel mezzo del tour de force (martedì in Champions arriverà l'Atletico mentre i nerazzurri faranno visita allo Shakhtar: due gare già decisive viste le sconfitte iniziali), dall'altro la squadra di Inzaghi deve staccare un tagliando di grandezza, confermandosi campione d'Italia di fronte a chi potrebbe ambire a diventarlo. Il rinascimento di Milano è notevole se paragonato - forzando la mano - a quello delle altre grandi metropoli del calcio. In Premier, Manchester ha un bottino di 23 punti con le stesse 5 partite (3 in meno) mentre Madrid, che domina la Liga, è a quota 30 ma con una partita in più, quindi come media punti sotto Milano (5 contro 5,2 a giornata). Questo nonostante il fatturato sommato delle milanesi sia di 439 milioni (dati Deloitte relativi al 2019/2020), meno della metà delle dirimpettaie (1 miliardo e 47 milioni per le due di Madrid, 1 miliardo e 130 milioni per la coppia di Manchester). Il miglior modo per cominciare a colmare il divario è lo stadio, ma il sindaco Sala temporeggia. Sostiene che a Milano non possa esserci più di un impianto mentre a Madrid e a Manchester ce ne sono due, e di questi uno è nuovo (il Wanda). Intere Milan attendono le elezioni di ottobre per riprendere il dialogo, il sindaco Sala non ha fatto dello stadio il perno della sua campagna elettorale: forse, visto il rinascimento del calcio milanese, sarebbe stato meglio pensarci.