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Tokyo 2020, la folle storia del giamaicano Parchment: sbaglia stadio e non ha un cent? Vince l'oro grazie ai soldi della volontaria
Una storia che ha dell'assurdo. La medaglia d'oro alle Olimpiadi, Hansle Parchment, era a un punto da non arrivare all'appuntamento con la storia a Tokyo 2020. Se non fosse che ha incontrato una volontaria dell'evento del CIO. L'ostacolista giamaicano, che ha vinto nei 110 metri ostacoli, il giorno della sua finale ha sbagliato stadio. Parchment non sarebbe mai arrivato in tempo se non fosse intervenuta una volontaria, che gli ha pagato il taxi e gli ha permesso di arrivare in tempo per la gara.
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A raccontare questa storia è stato lo stesso campione in un video diffuso sui social dove ringrazie Tiana, la volontaria, e le restituisce i soldi: "Sei stata determinante per me arrivare alla finale quel giorno". Ma il premio più grande per la ragazza potrebbe ancora arrivare da parte del ministro del turismo giamaicano Edmund Bartlett, che secondo quanto riporta il Sunday Gleaner, intende ospitarla al più presto sull'isola caraibica: "Non importa dove si trovi nel mondo, vogliamo ricambiare la gentilezza mostrata a uno dei nostri".
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Parchment non sarebbe mai arrivato in tempo senza il suo aiuto. Le auto ufficiali di Tokyo 2020 erano già tutte prenotate, senza contare le difficoltà che avrebbe incontrato se avesse preso un autobus per tornare al Villaggio Olimpico. "Se l'avessi fatto non sarei arrivato in tempo nemmeno per riscaldarmi. Ho dovuto trovare un altro modo - ha proseguito -. Stavo cercando di farmi portare da una delle auto ufficiale dei Giochi, ma queste persone sono molto attente alle regole e avrei dovuto prenotare l'auto in anticipo per farla partire". Ma ecco che è arrivata Tiana: "Ho visto questa volontaria e ho dovuto pregarla, perché ovviamente non le era permesso fare molto. In realtà mi ha dato dei soldi per prendere uno dei taxi. Ed è così che sono stato in grado di arrivare in tempo al riscaldamento e ho avuto abbastanza tempo per fare tutto". Una vera e propria fortuna.
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