Tragedia
Seid Visin, il suo ex allenatore Nava al Milan: "Ho pensato subito al suicidio, era divorato da demoni interiori"
Un grande talento del calcio, troppo sensibile per sfondare. Seid Visin, il 20enne ex promessa delle giovanili del Milan e compagno di stanza di Gigio Donnarumma quando entrambi erano poco più che bambini, è sulla bocca di tutti. Il suo suicidio ha lasciato sgomento il mondo del pallone, dagli ex compagni in rossonero a chi non lo ha mai conosciuto di persona, come Claudio Marchisio. L'ex juventino ha accusato l'Italia di sottovalutare il razzismo denunciato da Seid in una lettera-sfogo straziante. Lettera che risale però a 3 anni fa e che secondo il padre del ragazzo nulla c'entra con il suo suicidio. Gli "sguardi scettici, prevenuti, schifati, impauriti, delle persone" per il suo colore della pelle, insomma, non sarebbero la causa del tragico gesto. Ma forse quelle parole spiegano molto dell'animo di Visin.
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L'ex difensore del Milan Stefano Nava, suo allenatore nelle giovanili rossonere, è forse quello che meglio di tutti lo inquadra: "Il mio primo impulso non è stato quello di collegare la scomparsa a un infarto ma immediatamente avevo temuto un suicidio", spiega al Corriere della Sera. "Lui era diverso dagli altri, aveva una cultura e una sensibilità fuori dal comune. Era appassionato dei classici. Omero, Dostoevskij, Victor Hugo". Come calciatore, "Seid era dotato di uno straordinario talento che non ha saputo gestire". Per imporsi, fin da subito, "è necessario assimilare concetti tattici, aumentare le conoscenze del calcio, avere una sorta di 'cattiveria' che a lui è mancata".
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Ancora: "Era introverso, non partecipava alla vita di gruppo. Era come se non fosse adatto a questo nostro mondo. Era appassionato di moda, tanto che aveva dei look sempre originali. Studiava le lingue, era esperto di musica, frequentava musei. Aveva una continua sete di sapere. In effetti ero convinto che se nella vita avesse avuto la chance di sfondare non sarebbe avvenuto in campo sportivo, bensì in quello artistico". E come i grandi artisti, dentro di lui c'era "un malessere": "Ho sempre avuto la sensazione che lui fosse divorato da demoni interiori", ammette Nava. Demoni interiori che non si sono trasformati, purtroppo, in creatività, ma solo in auto-distruzione