Furia ceca
Pavel Nedved, raptus a bordo campo. La Juve fuori dalla Champions, lui reagisce così: impressionante, a telecamere accese
"Se c'era Nedved...". Quando la Juventus esce dalla Champions League, i tifosi non bianconeri di mezza Italia festeggiano rispolverando la famosa battutina sulla finale saltata dal ceco, da calciatore, nel 2003 contro il Milan (sfavorito e vittorioso ai rigori). Ieri sera Pavel Nedved c'era, ma a bordo campo da dirigente bianconero, e ha preso l'ennesima eliminazione della Signora in Europa nel peggiore dei modi.
La Juve vince 3-2 contro il Porto ai supplementari, dopo 120' di sprechi ed errori conclusi nel modo più beffardo: prima il gol su punizione al 115' di Oliveira per il 2-2 (con errore in barriera di Cristiano Ronaldo, che si gira facendo passare il tiro non irresistibile e ingannando anche il suo portiere Szczesny), po al 117' il gol dell'illusoria speranza di Rabiot. Insomma, ogni anno la maledizione europea dei bianconeri sembra studiare un modo sempre più doloroso per abbattere società, giocatori e tifosi.
Nedved, che è un po' tutte e tre le categorie insieme e incarna alla perfezione lo spirito-Juve, ci ha creduto fino all'ultimo e poi, con la stessa rabbia con qui scagliava i palloni in porta quand'era la "Furia Ceca" più temuta d'Europa, al fischio finale dell'arbitro si è avvicinato di corsa ai tabelloni pubblicitari e ha scagliato contro un calcio tremendo. A quanto è dato sapere, ne è miracolosamente uscito senza infortunio.