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Zlatan Ibrahimovic senza residenza fiscale in Italia: rischia di perdere le agevolazioni sulle tasse, il Milan trema
Il Milan rischia di rimetterci 7-8 milioni in questa stagione. È l'effetto di un vuoto normativo sulla tassazione ridotta prevista dal Decreto Crescita del 2019 per gli sportivi. Oggi, queste agevolazioni, non sono più applicabili in assenza di un Dpcm attuativo al momento inesistente. Quindi le tasse agevolate a chi non ha la residenza fiscale in Italia da almeno due anni, non sarebbero applicabili e la quota di reddito da versare allo Stato passerebbe dal 21,5 al 43 per cento. Tra i coinvolti, oltre ad Ibrahimovic, anche Lukaku, Eriksen, De Ligt a Arthur, Osimhen, Mkhitarian, Ribery e i tecnici Conte e Fonseca.
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Il Ministero dello sport si è messo subito in azione per colmare la lacuna. Tecnici e funzionari sono al lavoro per retroattivare il Dpcm. Tra le questioni aperte, quella di chi dovrebbe versare le tasse che mancano: giocatori o società? "I calciatori si troverebbero a debito nei confronti dell'erario. Le ritenute sono operate dalle società, l'assenza di versamenti prevede che ci sia solidarietà tra datore di lavoro e dipendente, spiega al Corriere della Sera l'avvocato Gianluca Boccalatte. Entrambe le parti dovrebbero contribuire, "ma i giocatori sono abituati a trattare gli ingaggi al netto, anche se le carte federali prevedono che la cifra sia espressa al lordo. E i procuratori si tutelano non avendo - duole dirlo - grande fiducia nello Stato italiano, che non dà certezze, come questa vicenda dimostra". "Le conseguenze si avranno anche nel mercato di gennaio. Si parla del ritorno di Paredes, Pellè, El Shaarawy: in questa nuova situazione tutto diventerebbe molto più costoso. Tra l'altro non è coinvolto solo il calcio: pensiamo ai golfisti, ai piloti oppure nel basket a Belinelli, appena tornato in Italia", spiega infine il commercialista Andrea Parolini.