In campo

Serie A, dietrofront della Lega dopo un sollecito di Sky: si torna a giocare

Francesco Perugini

Più dei dubbi, poterono i soldi. Così, alla vigilia dell' incontro con il Governo di oggi, il calcio italiano ritrova l'unità. Nell' assemblea della Lega A i 20 club della massima serie hanno affermato all' unanimità «l'intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza». Passano così in secondo piano le perplessità sul protocollo elaborato dalla Federcalcio che lunedì avevano portato sette club a opporsi alle linee guida elaborate dalla commissione tecnico-scientifica della Figc. Il «rischio incalcolabile» si arrende, insomma, alla ragione di Stato. E i privilegi dell' industria calcio - due tamponi a distanza di 24 ore per tutto il "gruppo squadra", 60-70 persone, e test ripetuti - verranno ripagati con il finanziamento di cinque o dieci tamponi a favore della comunità per ogni analisi riservata al pallone.
cairo e cellino Il Milan aveva già richiamato i suoi giocatori partiti per l' estero e il Napoli preso accordi con un laboratorio privato per i tamponi. Mentre tra i più in vista sul fronte dello stop c' erano Urbano Cairo del Torino e Massimo Cellino che aveva promesso di non tornare in campo col suo Brescia «per rispetto dei morti», ma poi chiedeva di dividere in parti uguali gli oltre 100 milioni di premi da dividere in base alla classifica finale. Che cosa c' è, dunque, dietro la ritrovata unità d' intenti dei presidenti, divisi fino a poche ora fa su posizioni diverse?
Con l' ultima delle sei rate ancora da versare (scadenza il 1 maggio per un totale che supera i 200 milioni comprese le quote di Dazn e Img), Sky, in una lettera, ha chiesto uno sconto in caso di fine prematura del campionato o una dilazione nei pagamenti nel caso si possa riprendere. Qualcosa di simile a quello che i patron hanno chiesto ai loro giocatori sugli stipendi, ma i club hanno respinto all' unanimità la richiesta. Il contratto firmato dalle pay tv, infatti, è inattaccabile: lo preparò per Infront Luigi De Siervo, oggi ad della stessa Lega. L' emittente satellitare - che contribuisce per 780 milioni su 1,4 miliardi di torta dei diritti tv - non pone aut aut, ma punta a una soluzione «reciprocamente utile in vista delle prossime scadenze». Perché presto bisognerà mettere mano al nuovo bando per il triennio 2021-24 e non è il caso di inasprire i rapporti tra le parti. L' unica voce stonata della giornata è quella di Damiano Tommasi a Chi: «Non assegnare i titoli non è un dramma, il dramma sono i morti e i malati. I tempi sono incerti, ma lunghi, e va garantita la sicurezza di tutti».
Tutto sarà stato vano, però, se oggi non arriverà il via libera da parte del ministro della Salute, Roberto Speranza, e del titolare della delega allo Sport, Vincenzo Spadafora. Le perplessità dei due ministri potrebbero portare a uno slittamento della ripresa di una o due settimane - una situazione che aiuterebbe anche i club in difficoltà con il rientro dei propri giocatori dall' estero, come la Juventus -, ma rimane l' intenzione del calcio di tornare a giocare. Non solo per evidenti motivi di sostenibilità economica dell' intero sistema, che con la sua fiscalità finanzia tutto lo sport italiano, ma anche per le pressioni dell' Uefa.
la Fifa: «finire i tornei» Nella videoconferenza con le 55 federazioni nazionali, i vertici del calcio europeo hanno presentato le nuove opzioni per il calendario e fatto «una forte raccomandazione per portare a termine i massimi campionati nazionali e le coppe europee (rispondendo così nei fatti anche all' indiscrezione del settimanale Placar, che ha svelato la presunta richiesta dell' Oms di bloccare le competizioni internazionali fino al 2021, ndr»). Rimane aperta, e rimandata al Comitato esecutivo di domani, la decisione sull' esclusione dalla prossima edizione di Champions ed Europa League delle squadre dei Paesi che non concluderanno la stagione.