Il Cio ha deciso l'esclusione:
Quattro anni fa, ad Atene, la nazionale di calcio si era giocata la finale per il terzo e quarto posto con gli azzurri. Era diventata un simbolo, perché ai tempi di Saddam i giocatori venivano torturati dai figli del dittatore in caso di sconfitta. A Pechino 2008 non solo non ci sarà la selezione calcistica, ma tutto l’Iraq non parteciperà alle Olimpiadi. A deciderlo è stato il Comitato olimpico internazionale che si è riunito quest’oggi nel quartiere generale di Losanna: è la conferma di una decisione che aleggiava nell’aria da tempo, dopo le scioglimento del Comitato olimpico locale predisposto dal governo di Baghdad che ha predisposto un nuovo organismo sotto il suo controllo. “Abbiamo mandato una lettera al governo iracheno”, ha dichiarato Emmanuelle Moreau, portavoce del Cio, “spiegando che, visto che la situazione non era cambiata, la sospensione dell'Iraq non sarebbe stata tolta”. “Il governo controlla l’organismo. Abbiamo contattato le autorità prospettando la possibilità di un incontro a Losanna, ma non c'è stata risposta positiva”, continua Moreau. Hussein al-Amidi, il segretario del nuovo Comitato olimpico iracheno che è alle dirette dipendenze del ministero dello Spot, parla di “un duro colpo per l’Iraq, per la sua reputazione internazionale, i suoi atleti e i suoi giovani”. Teoricamente, però, rimane aperto uno spiraglio. “Speriamo ancora di vedere l’Iraq ai Giochi, perchè le iscrizioni alle gare di atletica si chiudono più tardi rispetto alle altre discipline”, ha confermato la portavoce del Cio. La selezione del Paese asiatico è composta da sette potenziali partecipanti e le gare di atletica prenderanno il via soltanto nella seconda settimana delle Olimpiadi che iniziano l’8 agosto. “La soluzione potrebbe arrivare. E’ una speranza minima, ma esiste. Ci piacerebbe veder sventolare la bandiera irachena”, fanno sapere da Losanna. Nessuna chance invece per chi aspirava a competere nella canoa, nel sollevamento pesi, nel judo e nel tiro con l’arco.