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Sebastian Vettel, indiscrezione di Giorgio Terruzzi: "Un uomo solo, ecco l'origine del suo declino"

Davide Locano

Cosa sta accadendo, davvero, al quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel? La sua parabola in Ferrari disegna un netto declino. Preoccupante. Forse irreversibili. E a provare a spiegare quanto gli sta accadendo ci prova Giorgio Terruzzi, una delle più grandi firme italiane quando si parla di motori e dintorni. Le sue teorie sono intriganti, appassionanti. "Ecco, forse il tema centrale sta tutto qui - scrive Terruzzi -: nella relativa facilità con la quale Seb ha ottenuto moltissimo. Una infanzia serena, al contrario di Hamilton; compagni di squadra non troppo complicati, al contrario di Senna, Mansell, Piquet, Prost, Alonso e di nuovo Hamilton; una macchina, la Red Bull, decisamente superiore, al contrario della Ferrari guidata da Alonso, il cui bilancio, nel quadriennio vincente di Vettel, per molti addetti ai lavori, grida vendetta ancora adesso". Leggi anche: Silverstone, gesto sconcertante di Vettel dopo la gara E ancora, aggiunge: "Forse la sua vita, al pari della carriera, ha viaggiato su asfalti levigati, risparmiandogli qualche durezza, qualche sofferenza utile a irrobustire nervi e anima. Fatto sta che Seb sembra non tollerare ingerenze nel suo incedere. Che è magnifico se indisturbato tecnicamente ed agonisticamente; che si inceppa quando qualcosa o qualcuno si permette una intromissione. Il problema è psicologico, sta in un anfratto intimo che solo Sebastian conosce e sul quale è difficile intervenire". Il punto, secondo Terruzzi, è che "Vettel è un uomo solo. Non ha manager, non ha amici fidati, nessuno che lo consigli. I suoi riferimenti sono Hanna, la moglie, lontana dalle corse, e Norbert, suo padre, portatore di una visione comunque parziale. La famiglia come rifugio. Un rifugio caldo ma isolato. C' è la squadra, certo. Dove è amato e rispettato. Ma anche dentro la Ferrari il tema-Vettel sta diventando problematico". Il quadro tratteggiato intorno a Vettel, insomma, è piuttosto desolante. Tanto che ora, conclude Terruzzi, ci si dimanda se smetterà o se oppure andrà altrove. Cricostanze, queste ultime, sempre più probabili.