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Ranieri dice la sua su addio De Rossi
Roma, 16 mag. (AdnKronos) - "Cosa avrei fatto su De Rossi? Se me lo avessero chiesto in qualità di allenatore avrei detto di tenerlo, perché so che giocatore è, che capitano è e che uomo è". Sono le parole del tecnico della Roma, Claudio Ranieri, riguardo al mancato rinnovo di contratto del giocatore che contro il Parma farà la sua ultima partita con la maglia giallorossa. "Ci sono vari leader: i leader per la società, per i giornalisti, per i tifosi, per i social, e ci sono quelli per l'allenatore. Daniele è un allenatore in campo: gli puoi parlare e lui ragiona con una mentalità non di ego fine a se stesso ma per il bene della squadra, sono questi i leader che vogliono gli allenatori", prosegue il tecnico in vista della trasferta di campionato contro il Sassuolo. "Il futuro della Roma e i progetti di Pallotta? Io questo non lo so, tra due partite il mio compito finisce. Ci sta che ci siano dei ricambi, è successo anche da altre parti in Italia. Forse però a Daniele, che è una bandiera storica, questa cosa andava detta in un altro modo. Non è stato fatto e questo è il calcio", ha detto ancora Ranieri. "Le società scelgono allenatori, giocatori e direttori sportivi. Ma avendo i tifosi un amore sviscerato per questa squadra, nei confronti di una bandiera come De Rossi un ragionamento in più andava fatto", prosegue il mister nella conferenza stampa che precede la trasferta contro il Sassuolo. "Consigli a Daniele? Lui vuole continuare a giocare e ha già una mentalità da allenatore, anche grazie alla visione che gli ha dato il padre. Per questo dico che è un leader positivo. Non so ancora se giocherà, parlerò con lui e decideremo. Però voglio fare un appello ai tifosi: mi auguro che l'ultima partita all'Olimpico sia una festa per Daniele, per l'amore nei suoi confronti e nei confronti della Roma, che è la cosa più importante. Per le contestazioni poi ci sarà tempo". "Roma è una piazza particolare, il tifoso romanista si sente protagonista in tutto e per tutto. Per questo all'Olimpico spesso ti trascinano in questo modo. Spesso si dice che la distanza del presidente è un problema, ma nella mia carriera io ho trovato pochi presidenti sempre vicini alla squadra -prosegue il mister - Al Leicester incontravo poco il presidente, lo stesso accadeva con Abramovich. Loro ti danno le condizioni e vogliono che la squadra vada bene. L'importante per un allenatore è che ci sia chi ti mette nelle condizioni di poter fare bene le cose, non tanto la presenza o meno di qualcuno".