Pareggio

Serie A: Ronaldo salva la Juventus, ancora eurosogno per il Torino

Maria Pezzi

Poteva essere una serata di gloria con vista Champions, per il Torino, non ci fosse stato il colpo di testa del solito, enorme Cristiano Ronaldo quasi ai titoli di coda. Ma anche così, con un pareggio più che dignitoso, il cammino verso l'Europa dei granata può continuare: il sogno è vivo, i margini ci sono ancora e la prestazione dello Stadium legittima ambizioni che fino a qualche mese fa parevano proibite. Al contrario, se questa doveva essere una delle partite-laboratorio per Massimiliano Allegri, i riscontri sono raccapriccianti: da Cuadrado (fischiato) al mediocre Spinazzola, dal confusionario Bernardeschi utilizzato interno a quel che rimane di Cancelo. Il giorno in cui si accomoderà al tavolino con Andrea Agnelli per discutere del futuro, l'allenatore livornese avrà di che discutere ma gli verranno pure mossi alcuni appunti per un finale di stagione al di sotto della soglia di bianconera accettazione.   Non c'è stata differenza - sicuramente non quella che racconta la classifica pre e post derby - perché fin da subito si è avuto la sensazione che la Juventus, sia pure menomata da una serie incredibile di infortuni (l'ultimo quello di Emre Can nella rifinitura mattutina), avesse poca voglia di giocare il derby e, al contrario, il Torino avesse motivazioni grandi e grosse come la Mole Antonelliana. Caso mai ci fosse stato bisogno di una controprova, il gol realizzato da Lukic dopo 17 minuti di onesto traccheggiare ha sbriciolato qualsiasi dubbio. La dormita di Pjanic, infatti, ha dato il senso di quanta mollezza ci fosse nei campioni d'Italia, consegnati alla classe infinita di Cristiano Ronaldo e alla solidità di Chiellini. Il resto? Mancia, tanto che la formazione di Mazzarri per un bel pezzo non ha avuto difficoltà a contenere e ripartire. Per di più con il rimpianto di aver dilapidato alcuni contropiede che meritavano miglior sorte.   Come a volte le è capitano quest'anno, specialmente in Champions League, la Juventus è venuta a mancare a centrocampo, là dove un inguardabile Cuadrado (fischiatissimo) non ha saputo interpretare il ruolo di interno e Bernardeschi gli è stato (quasi) degno compare. Così, sia pure con una cifra tecnica inferiore, Rincon e Meité, più Berenguer e Lukic hanno fatto cosa dovevano con discreta scioltezza, accorciando e allungando la squadra a piacimento. Da parte di Mazzarri non ci sono state marcature feroci come era accaduto contro il Milan, semmai un controllo ragionato dell'avversario che con la sua lentezza e la sua prevedibilità si è praticamente controllato da solo. Il tiro di Matuidi (parato da Sirigu) e la legnata di Ronaldo poco distante dal palo sono state reazioni nevrili, di orgoglio puro, non di altro.   Cr7 troppo spesso nel primo tempo ha girato lontano dall'area, esterno di sinistra a sovrapporsi a Spinazzola e Bernardeschi, lasciando solo Kean in mezzo all'area. Qual è il senso di avere un ragazzo potente e veloce per utilizzarlo così? Se è stata una mossa tattica, Allegri ha sbagliato. Nella ripresa non è più successo, anche se poco o nulla nella Juventus ha funzionato e per il Torino non ci sono mai state situazioni di effettivo pericolo. Fino al gol di Ronaldo, di testa, a sei minuti dalla fine e da chissà quanti e quali brutti pensieri. Poteva raddrizzarla solo lui, il fenomeno portoghese, una partita tanto brutta e tanto storta.