Il manager
Mino Raiola, le mani del super-agente sulla Nazionale di Mancini: la sua cupa strategia
«Credo che Roberto Mancini stia facendo quello che è il suo lavoro, rifondare la squadra, riaprire un ciclo. Lui è l' unico allenatore in Italia che ha conoscenze internazionali, conosce i giocatori ed è adatto a fare questo». Parole e musica di Mino Raiola. Un virgolettato che sembra calzare a pennello con la missione azzurra del ct della Nazionale. E invece sono dichiarazioni del gennaio 2015, all' indomani della seconda esperienza del Mancio sulla panchina dell' Inter. Segno di uno stretto legame tra i due, fatto di stima e rispetto reciproci. Un legame che, in qualche modo, sta contribuendo a ridipingere il volto della nuova Italia. Il super agente italo-olandese ha infatti già in tasca le procure di alcuni dei punti fermi della Nazionale: Gigio Donnarumma e Marco Verratti, ormai veterani dalle parti di Coverciano nonostante la giovane età (20 anni il primo, 26 il secondo). Ma con l' esplosione di Moise Kean, il classe 2000 delle meraviglie, Raiola è convinto di aver ipotecato anche il futuro dell' attacco azzurro. E con il benestare di Mancini potrebbe riprendersi presto anche il presente. Quello che porta il nome di Mario Balotelli, pupillo sia di Raiola che di Mancini. MANCIO E MINO Fu il tecnico jesino a farlo esordire in serie A con la maglia dell' Inter, nell' ultimo minuto di un Cagliari-Inter del 16 dicembre 2007 (finì 0-2 con le reti di Cruz e Suazo). Fu sempre Mancini a portarselo al City e a sopportarne le balotellate. Fu di nuovo lui a chiederlo a Raiola ai tempi del Galatasaray nel 2014 (quest' ultimo affare però non andò in porto). Ma il feeling tra Mancini e i calciatori della scuderia di Raiola va ben oltre l' azzurro. Sempre ai Citizens, infatti, un anno prima di SuperMario portò con sé Nigel De Jong, altro assistito di Raiola ai tempi in forza all' Amburgo. Il Mancio, poi, ha sempre avuto un grande legame con altri due gioielli di Mino, Zlatan Ibrahimovic e Maxwell (li ha voluti entrambi in nerazzurro nel 2006). Ora, visto il grande impatto di Balotelli al Marsiglia, il ct non è un mistero che stia pensando di proporlo in un attacco tutto muscoli ed esplosività proprio insieme a Kean: «Balo ha l' obbligo di tornare in Nazionale e far coppia con Moise», ha detto Raiola. Anche perché, a quasi 29 anni, l' ex Milan e Inter dovrebbe iniziare a percepire l' Europeo 2020 come una delle sue ultime chance azzurre di un certo livello. Per il "pizzaiolo chiacchierone" avere 4 assistiti tra i titolari della nazionale sarebbe un sogno, peraltro già accarezzato nel recente passato: se il gioiello della Roma Nicolò Zaniolo avesse accettato la sua corte (e invece ad assisterlo c' è ancora Claudio Vigorelli) o se Jack Bonaventura non fosse stato costretto a uno stop di 9 mesi per un grave infortunio al ginocchio. ASSI NELLA MANICA Di assi nella manica, comunque, Raiola ne ha almeno un altro paio: Alessandro Deiola, difensore classe '95 di proprietà del Cagliari, che ha passato tutta la prima parte di stagione in prestito al Parma prima di rientrare alla base dove si sta pian piano ritagliando spazio, ma soprattutto Luca Pellegrini, terzino sinistro classe '99 cresciuto nelle giovanili della Roma e lanciato in serie A dai giallorossi. Ora anche lui è in prestito al Cagliari, ma nella Capitale non vedono l' ora di riabbracciarlo e farne un titolarissimo. E pure Mancini, c' è da scommettere, li ha appuntati entrambi sul suo taccuino. di Daniele Dell'Orco