Scoppia la pace?

Inter, Icardi torna tra lacrime e abbracci? Macché, quali condizioni deve accettare ora

Gino Coala

Inter-Icardi, pace è fatta. Più o meno. E tutto dopo un mese di chiacchiere, accuse, incontri, trasmissioni, parole di troppo, messaggi cifrati, post sui social, fotografie (le ultime tre pubblicate proprio ieri dall' argentino: lui in bianconero con la maglia dell' Inter e la fascia da capitano in vista. Sotto con le interpretazioni...). Pace è fatta, si diceva, perché oggi il giocatore torna a disposizione del suo allenatore e il suo allenatore torna a disposizione dell' ex capitano, almeno così ci si augura. Il tutto per il bene dell' Inter, ovvio. Siamo quindi giunti al tanto atteso lieto fine con contorno di lacrime e abbraccioni? Suvvia, non scherziamo: il terremoto ha lasciato una distesa di macerie, bisogna ricostruire e per ricostruire ci vogliono pazienza e buoni materiali, ma la certezza è che se nemmeno ci provi beh, allora sbagli a prescindere. Icardi torna a disposizione perché «la terapia al ginocchio è terminata». E questa è chiaramente una bugia. Il ginocchio era (realmente) infiammato prima, ma non gli ha mai impedito di giocare; è (realmente) ancora nelle stesse condizioni ma non gli impedirà di tornare in campo, sempre se Spalletti vorrà. Le gerarchie sono cambiate, Lautaro che a inizio stagione veniva trattato da molti come un Gabigol qualsiasi si è preso la maglia da titolare (è già l' argentino under 23 più prolifico in serie A alla prima stagione); l' ex capitano dovrà riguadagnare spazio con il lavoro; il suo allenatore, magari, proverà a disegnare una formazione che contempli entrambe le sue bocche di fuoco. Ma questo, forse, significa lavorare troppo con l' immaginazione. Di sicuro la pausa per la Nazionale è benedetta in quel di Appiano: l' Inter ha ancora in bocca il buon sapore del derby vinto, rimette in piedi gli acciaccati, sistema i rapporti. Chi è riuscito a realizzare "il miracolo"? Sicuramente è servito l' enorme lavoro di diplomazia dell' ad Marotta, sicuramente è stato indispensabile l' intervento diretto del presidente Zhang. Il numero 1 dei nerazzurri ha incontrato una settimana fa proprio Icardi, con lui si è confrontato in modo sereno, a lui ha ribadito un concetto fondamentale: Icardi, nei pensieri della proprietà, resta pedina centrale per il presente e per il futuro. Ovvio, nessuno sa come andrà a finire la faccenda, ma l' appoggio del presidente, quello dell' ad e i buoni rapporti con la stragrande maggioranza del gruppo hanno ammorbidito di molto la situazione. Icardi torna in gruppo, ovviamente non pretende alcuna fascia da capitano (ci mancherebbe altro), evita per il momento di parlare di rinnovo, sa che dovrà incassare i fischi dei tanti tifosi che si sono sentiti traditi. Il resto si vedrà. Di sicuro, dopo un mese di marasma tutti scelgono di andare verso la direzione più corretta, quella dell' interesse comune. Ora bisogna solo sperare che il barlume di pace tra giocatori "nemici" (Icardi e Perisic soprattutto) e allenatore si trasformi in pace concreta: contornata dai fatti, ripulita dalle parole di troppo (basta messaggi social, basta frecciate in conferenza) e magari infiocchettata con qualche, vero, sorriso in più. di Fabrizio Biasin