Il periodaccio

Mauro Icardi, arriva il padre dall'Argentina per consolarlo: come passa il suo tempo lontano dall'Inter

Gino Coala

Qui si parla di un argomento inedito, del quale non ha ancora discusso nessuno: il caso-Icardi. A tal proposito tutti hanno la loro opinione, che non è neppure un' opinione, semmai, per molti, una certezza: «Icardi è uno stronzo perché non gioca più» e «fa i capricci come i bambini» e «con quello stipendio lì si deve vergognare» e «dov' è l' amore per l' Inter?» e «teneva solo alla fascia da capitano! Ma quello è solo un pezzo di stoffa!». Ecco, sì, è solo un pezzo di stoffa se scegli di dargli quella importanza, se invece pensi che rappresenti qualcosa di inestimabile allora no, è molto di più. Provate a dire a Gollum «oh, pirla, la finisci di andar dietro a quello stupido anello?». Non la prenderà benissimo. Ora, capiamoci: Icardi ha sbagliato? Probabilmente sì. Avrebbe dovuto dire alla moglie - attualmente in vacanza a Dubai con i figli - «evita di parlare della squadra, mi metti in difficoltà». Ma è davvero quello il motivo per cui è stato degradato? Probabilmente no, perché se così fosse si tratterebbe di una cattiveria senza senso: togli i gradi a chi ha tirato la carretta per oltre 5 anni e lo fai per accontentare chi, invece, dall' Inter se ne vuole andare per sua stessa ammissione (Perisic). Beh, curioso. E veniamo al punto. Un sacco di gente, giustamente, dice: «Sì, ok, ti sei incazzato, ma ora se davvero vuoi bene all' Inter chiedi scusa e torni a disposizione». E il ragionamento non fa una grinza, ma solo per chi pensa che il fatto di essere pieno di soldi sia l' antidoto ad ogni sofferenza e non ti faccia vivere la cosa come un' ingiustizia, al punto da non riuscire a reagire. Icardi sta male, eh sì, in codesto mondo distorto guadagna abbastanza per non poterselo permettere: si allena a parte, sorride poco, parla con il padre Juan (in missione milanese per stargli vicino), pesca con lui sul Lago di Como e se gli dici «oh, guarda che così perdi pure la Nazionale» (il ct Scaloni lo ha escluso dalle prossime amichevoli dell' Argentina) ti guarda come per dire «ma come potrei giocare?». Parliamoci chiaro: il problema non è il ginocchio (era ed è infiammato, ma non gli ha mai impedito di scendere in campo), il problema non è neppure il contratto o l' eventuale prossima destinazione (non ne vuole sentir parlare). Il problema, unico e solo, è la testa. Icardi non accetta la punizione perché non pensa di meritarsela; perché il suo allenatore fino a un mese fa lo esibiva come esempio di professionalità e all' improvviso ha cambiato idea; perché non capisce come sia possibile che chi ha ottenuto il suo declassamento non si accontenti di aver "vinto" e ne calpesti pure la dignità (Politano, guai a festeggiare alla maniera di Icardi!). E, insomma, siamo al paradosso: c' è chi dà il massimo (Perisic) perché così facendo potrà realizzare il suo desiderio e chi non ci riesce (Icardi) perché ha capito che difficilmente realizzerà il suo. E il desiderio del primo è andar via dall' Inter, mentre quello del secondo era restarci. Tre inutili domande finali. 1) Icardi sbaglia? Sì, perché l' Inter viene prima di tutto, anche del suo malessere. 2) Icardi deve fare un passo avanti? Sì, lo deve fare anche se è convinto di non aver fatto nulla: così fanno i grandi condottieri. 3) Icardi è il lupo cattivo di tutta la storia? No, decisamente, e in ogni caso di Cappuccetti Rossi non se ne vedono in giro molti. di Fabrizio Biasin