L'analisi
Inter, Fabrizio Biasin: squadra migliore rispetto a un anno fa
C'è chi romperà le balle leggendo questo pezzo perché «Spalletti non capisce nulla», «non sa fare i cambi», «maledetto lui e chi non glielo dice», ma questa è la tassa da pagare nell'ambito della moderna incapacità di guardare più in là del proprio alluce. L' Inter ha 10 punti in meno rispetto alla passata stagione e questo dato è parecchio amico di chi pensa che il toscano sia in realtà un miracolato capitato ad Appiano Gentile per non si sa quale motivo. Poi, però, bisogna guardare le partite. L' Inter a Torino ha giocato una delle gare migliori degli ultimi due anni, ha tenuto testa ai pluricampioni bianconeri per tutta la prima parte, si è fatta mettere sotto solo nella seconda, in particolare al momento delle sostituzioni. Molti (quasi tutti) hanno individuato nel cambio Politano-Borja Valero la causa principale del crollo e così hanno trovato il loro capro espiatorio: Spalletti. Il dato di fatto è che l' ottimo Politano (rinforzo azzeccatissimo) dopo aver fallito una buona occasione a inizio ripresa è sceso molto di tono: Spalletti avrebbe potuto cambiarlo con un esterno, invece, ha scelto un centrocampista. Si può affermare che questa scelta sia la causa del ko? Sì, se si sceglie di essere superficiali. No, se si considera tutto l' insieme. 1) La Juve cambia marcia tutte le partite, lo fa grazie ai fenomeni che via via inserisce dalla panchina: cosa che non capita a nessun' altra squadra in Italia, Inter compresa. 2) Brozovic sta disputando una stagione straordinaria, ma non gli si può chiedere di correre come un ossesso per 90 minuti, tutte le volte. Serve qualcuno che lo supporti, perché se si ferma per respirare sono dolori. Leggi anche: Moggi, la dura legge del calcio col Var Dette tutte queste opinabili fesserie, arriviamo al punto: Spalletti è «il problema dell' Inter»? Non diciamo boiate. Può stare simpatico o no, ma ha fatto il suo dovere la passata annata e lo sta facendo anche in questa. L' Inter che ha annunciato il suo obiettivo stagionale (tornare in Champions anche la prossima stagione, possibilmente senza patemi) è terza, può ancora qualificarsi agli ottavi della coppona (quella di martedì contro il Psv sì che è una partita chiave), gioca un buon calcio e dispone di giocatori leader nel loro ruolo (Skriniar, Brozovic, Icardi). Si deve pretendere di più? Certamente sì, ma per fare un salto in avanti nelle prestazioni e nelle ambizioni è necessario uno sforzo ulteriore da parte di tutti, in particolare i giocatori (Perisic ancora sottotono, Nainggolan assente). Il resto può farlo solo il tempo: a giugno - Uefa permettendo - i nerazzurri usciranno dalle grinfie del settlement agreement e avranno mani più libere per accrescere il valore tecnico della rosa e provare ad avvicinarsi a questa Juve, al momento su un altro pianeta. Chi non riesce ad ammetterlo continuerà a vedere la pagliuzza («tutta colpa del cambio Politano-Borja!») e colpevolmente ignorerà la trave («i bianconeri sono una corazzata "quasi" perfetta»). di Fabrizio Biasin