Di Fabrizio Biasin

Inter, perché l'infortunio di Nainggolan è una catastrofe: nessuna alternativa per colpa della Uefa

Davide Locano

L'Inter non ha tanti problemi (chi lo dice è fesso), ma uno sì: Nainggolan. Il belga è un problema, ma mica perché beve grappe e spiriti o fuma le sigarette (di questo parleremo più avanti), semmai perché non sta giocando e quando lo fa è come se non lo facesse: questo sì che è grave. La stagione del belga è fino a questo momento nettamente insufficiente: lo diciamo noi, ma se glielo chiedete siamo certi che sarà d' accordo pure lui. Arrivato a Milano come punta di diamante del mercato nerazzurro della passata estate, è il centrocampista sul quale Spalletti ha fondato la sua idea di Inter 2018/2019. Ebbene, fin qui il tecnico ha dovuto arrangiarsi quasi sempre senza di lui. Per carità: è stato decisivo a Bologna in campionato, ha segnato a Eindhoven contro il Psv (gol fondamentale), ma per il resto ha «assistito» più che «inciso» (907 minuti in campo). Il problema alla caviglia rimediato nel derby pareva superato, ma è tornato a farsi sentire nel match contro il Tottenham insieme a una sorta di sofferenza - più psicologica che fisica - mostrata sul prato di Wembley, che proprio non gli si addice. Leggi anche: Inter, lo sfogo del papà di Lautaro contro Spalletti E veniamo alla questione «fumo e alcol». Nainggolan fuma? Sì. Beve? Pure. Ce l' ha detto lui. È questa la causa dei suoi guai? Non crediamo proprio e, anzi, continuiamo ad essere convinti che mettergli il coprifuoco sarebbe perfino controproducente. C' è chi dice: «A 30 anni gli stravizi si sentono», ma il suo è decisamente un problema diverso, sicuramente più legato alla mancata preparazione estiva che all' abuso di bacco e tabacco. Ecco, i guai agostani hanno lasciato il segno, l' ex giallorosso non riesce a ingranare e in questo momento deve assorbire le critiche (legittime) di chi inizia a borbottare: «Eh, per lui è stato sacrificato il giovane e promettentissimo Zaniolo, è ora che si svegli...». Domenica a Roma non giocherà la sua prima da ex, quasi impossibile pensare a un suo utilizzo, probabile anzi che Spalletti pretenda a questo punto un recupero definitivo che non lo obblighi a spendere un cambio in corso d' opera, come gli è capitato mercoledì. Certo, chi è entrato al posto suo (Borja Valero) a Londra ha fatto più che bene, ma è anche vero che lo spagnolo è decisamente un altro tipo di giocatore, così come è vero che in terra inglese i nerazzurri si sono accorti per la prima volta cosa significhi dover fare i conti con le restrizioni del maledetto fairplay finanziario (per una volta non quelle economiche, ma quelle legate alla limitazione della rosa): con Gagliardini e Joao Mario esclusi dalla lista, l' assenza di Nainggolan è ancora più pesante e da «ammortizzare» in qualche maniera nell' ultimo turno della fase a gironi, nella speranza che il match dell' 11 dicembre non coincida con una fastidiosa «retrocessione» in Europa League. Ricapitoliamo la situazione: l' Inter deve vincere e sperare che il Tottenham non faccia altrettanto a Barcellona, oppure pareggiare e sperare che gli inglesi perdano. Conclusione: a settembre per l' Inter si parlava di girone impossibile, a una partita dal termine, invece, la qualificazione è ancora «viva». Chi drammatizza ha la memoria cortissima... di Fabrizio Biasin