All'asta
Vicenza verso il fallimento: parte l'asta, ma nessuno vuol comprare il club
Il Vicenza è in vendita per 1,4 milioni di euro, tra quotazione dei calciatori e costo per completare la stagione in amministrazione provvisoria, con asta in programma il 27 aprile. Il valore del club, allenato da Vincenzo Torrente, terzultimo nel girone B di Serie C (ma di fatto penultimo dopo l' esclusione per debiti del Modena). La cifra, stabilita dal curatore fallimentare, che i potenziali acquirenti dovranno versare però sarà ancora più bassa, e secondo una clausola si aggirerà sulle poche decine di migliaia di euro, nell' ipotesi in cui la squadra retroceda in serie D. Ecco dunque che una gloriosa società del nostro calcio, una realtà che ha lanciato verso il Pallone d' oro Paolo Rossi e Roberto Baggio, che ha in bacheca una Coppa Italia vinta contro il Napoli e può vantare una semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea, potrebbe essere venduta per una pipa di tabacco. Sì, potrebbe, perché non è detto che tra due settimane si facciano vivi dei compratori. Si parla di una cordata inglese e di un' altra formata da imprenditori locali, ma sono voci che si rincorrono da tempo. Da qualche anno nelle casse del Vicenza non c' è più un euro. A gennaio è mancato poco che alcuni giocatori mettessero le mani addosso all' allora amministratore unico Fabio Sanfilippo, accusato di non pagare gli stipendi. Negli ultimi 15 anni, eccetto una semifinale playoff di B poi persa contro il Pescara nel 2014-2015, la gestione sportiva è stata disastrosa: la squadra ha fatto la spola tra la terza serie e la cadetteria, dov' è riuscita a resistere grazie a Calciopoli e ad altre disgrazie economiche che hanno colpito le dirette concorrenti. Eppure Vicenza, di recente balzata alle cronache più per il crollo della sua banca che per le proprie eccellenze, è una delle città più ricche d' Italia: è la capitale del settore orafo, vanta colossi dell' edilizia, dell' acciaio e della concia, oltre ad essere un punto di riferimento nell' abbigliamento. Ha uno straordinario patrimonio artistico. Si trova in una posizione geografica strategica e ogni anno ospita milioni di turisti. Il Vicenza, con questo tessuto socio-economico alle spalle, avrebbe tutte le carte in regola per tornare a essere una grande realtà del nostro pallone. Un' asta a vuoto sarebbe la riprova che il nostro calcio di provincia non ha più un futuro, che è destinato a sparire, che i veri imprenditori investono solo se prendono subito i soldi della Champions. Un milione e mezzo di euro per comprare il Vicenza, forse anche molto meno, un tempo sarebbero stati un' inezia. Ora, invece, si rischia l' elemosina: che tristezza. di Alessandro Gonzato