regolamento non rispettato
MotoGp, dopo l'Argentina Marc Marquez doveva essere squalificato per una gara
Ne ha fatte di tutti i colori, Marc Marquez, nel Gran Premio d'Argentina della MotoGp. Ma al prossimo Gp ad Austin sarà regolarmente al via. E sì che di motivi per squalificare lo spagnolo per una gara ce ne sarebbero stati eccome, domenica. Non fosse altro per la "retromarcia" effettuata in partenza dopo che la moto gli si era spenta e lui era avanzato di qualche metro rispetto alla sua casella, tornando poi indietro per rimettere in moto e scattare. Non solo: per lo spegnimento del motore pochi istanti prima del via, il pilota della Honda avrebbe dovuto partire dai box e invece così non è stato. Il "casino" combinato in partenza gli è costato solo un drive through ai box. Poi ci sono stati i due speronamenti in gara (dopo i due delle prove): quello ai danni di Espargaro, che gli è costato la "semplice" restituzione della posizione, e quello fatale ai danni di Valentino Rossi, per il quale a fine gara è stato penalizzato di 30 secondi, retrocedendo così nell'ordine d'arrivo dalla quinta alla diciottesima posizione. E pensare che per il "giallo in Malesia" del 2015 (quello del presunto calcio di Vale con Marquez che con la testa va a cercare proprio il ginocchio del pilota italiano), Rossi era stato penalizzato in modo decisivo per le sorti del Mondiale, dovendo partire in ultima posizione nella successiva gara di Valencia, l'ultima di quella stagione che assegnò il titolo a Lorenzo. Insomma, la MotoGp continua a essere a "trazione spagnola". Purtroppo, non soltanto in pista... Impossibile non andare col pensiero, dopo quanto visto domenica in Argentina, al fatto che sia una società spagnola, la Dorna, a gestire il settore commerciale della MotoGp. E che ben quattro gran premi su 17 del Mondiale (cioè quasi il 25% del totale) si corrano in terra di Spagna.... Leggi anche: Valentino Rossi: "Marquez è ossessionato, mi fa paura"