Un grosso guaio
Luciano Moggi: "Roma, Francesco Totti parla da dirigente ma pensa al risparmio"
Nella nuova veste di team manager della Roma Totti, parla già il linguaggio del dirigente attento all’economia della società. Dice infatti che occorre tener conto del bilancio dal quale deriva il quantum che l’azionista di maggioranza può investire. Se però nel gruppo giocatori c’è chi dice (Strootman) che vendendo ogni anno i più bravi - Salah, Rudiger, Szczesny, Emerson,Paredes - non si può aspirare ad aprire un ciclo, significa che nella squadra manca la convinzione di far bene a causa di partenze importanti non seguite da arrivi altrettanto importanti. Leggi anche: Moggi: "Quando ho sbattuto il telefono in faccia ad Agnelli" Il pubblico critica addirittura Dzeko, non prolifico come nel passato campionato, senza tener conto che al bosniaco è venuta a mancare una spalla come Salah che gli creava gli spazi e spesso lo mandava in porta. Questo, e non altro, deriva dal comportamento passivo dei dirigenti giallorossi. Sembra infatti che la società, considerando Napoli e Juve imprendibili e al di sopra di tutte, abbia ritenuto più importante incassare che spendere, riducendosi solo a lottare per la qualificazione Champions, forse sapendo che esiste il vuoto dal quinto posto in poi, per cui occorre far poco per mantenere le posizioni che contano. D’altra parte, se il distacco tra prima e seconda è di un solo punto mentre ben 13 dividono i napoletani dalla terza, è questa la piena conferma di quanto stiamo scrivendo. E lo dimostra pure la vittoria alla Dacia Arena contro l’Udinese: pochi tiri nella porta dei friulani, una gran ben gol di Under, l’altro di Perotti, contro avversari che però distano 17 punti dai giallorossi e ben 30 dalla prima. Insomma, il minimo sindacale per restare in lotta per il terzo posto contro un avversario che fino a poco fa lottava per non retrocedere. Diverso il modo di pensare del Napoli. Solo 14mila spettatori al San Paolo per il confronto di Europa League contro il Lipsia (una miseria per le abitudini dei napoletani) ma tutti probabilmente più contenti che scontenti della sconfitta anche se potrebbe portare all’eliminazione. In Campania è prioritario vincere il campionato: il resto non conta. Le stesse dichiarazioni di Sarri nella conferenza pre-partita (previsti molti rincalzi in campo) lo confermavano. Tutta l’attenzione è rivolta verso la Spal, oggi al San Paolo, la carta non dà scampo ai ferraresi. Più complesso l’impegno della Juve nel derby. Il Toro è in serie positiva da quando l’ha preso Mazzarri, mentre i bianconeri, che vanno spediti in campionato, hanno avuto una mezza battuta d’arresto in Champions contro il Tottenham. Per i granata l’impegno è importante per rimanere in lotta per l’Europa League, per gli juventini per non perdere contatto con il Napoli. La Lazio, dopo i tre ko in campionato e quello di coppa con lo Steaua, ospiterà l’Hellas e l’occasione sembra giusta per ricominciare a vincere e restare in lotta per la Champions, e magari scavalcare l’Inter, che non perde l’abitudine e ne prende due pure a Genova. Milan invece in serie positiva da sei giornate: avrà un brutta gatta da pelare a San Siro, quella Samp che gli sta contendendo la qualificazione in Europa. Sarà questo lo scontro che ci farà capire se sia vera gloria, quella milanista. di Luciano Moggi