Altro che coppetta
Europa League, perché Milan e Atalanta sono un esempio per l'Italia
La spedizione italiana nell' Europa League ha due volti, l' uno illuminato dai complimenti, l' altro oscurato dai rimproveri. Il paradosso è che sul lato migliore ci sono Atalanta e Milan, le squadre "minori" stando alla classifica di serie A, su quello peggiore Napoli e Lazio, in teoria le formazioni italiane "migliori" in gara e che quindi dovrebbero elevarsi ad esempio. E invece, alle buone prove della Dea (sconfitta 3-2 dal Borussia Dortmund, ma con onore) e del Diavolo (3-0 al Ludogorets), sono seguite le pessime prestazioni degli azzurri (al San Paolo 1-3 in favore del Lipsia) e dei biancocelesti (battuti 1-0 dalla Steaua). Titolari, riserve e tifosi - La grande differenza è che Milan e Atalanta hanno schierato le formazioni titolari, Lazio e Napoli invece almeno mezza formazione di riserve. È vero e lecito che ognuno abbia la sua priorità - per Sarri e Inzaghi è il campionato, per Gattuso e Gasperini l' Europa - ma al di là delle scelte è stato diverso l' atteggiamento, "serio" quello di Milan e Atalanta, pigro e distratto quello di Lazio e Napoli. Peccato, perché queste ultime avrebbero le potenzialità di vincere il trofeo se solo ne avessero voglia. Meglio sottolineare le cose positive. Ad esempio, la piccola lezione d' italianità dei tifosi bergamaschi a Dortmund. Il decantato "muro giallo", cuore pulsante del pubblico del Borussia, si era d' un tratto ammutolito di fronte alla doppietta di Ilicic, che aveva ribaltato il risultato prima della doppietta finale di Batshuayi. A lungo, l' unico canto è stato quello dei cinquemila bergamaschi giunti all' Iduna Park, che in quanto ad entusiasmo non hanno nulla da invidiare alla tifoseria del Borussia, più elogiata e famosa. Se lo ricordino, perché potrebbe essere un fattore decisivo in vista del ritorno al Mapei Stadium, che per inciso giovedì prossimo sarà gremito, non come il San Paolo lasciato semideserto dai napoletani. Giovani di livello europeo - L' altra buona notizia riguarda i giovani italiani: ci stiamo accorgendo che sono all' altezza, non solo della titolarità nel nostro campionato, ma anche del palcoscenico europeo. Cristante ha surclassato Weigl, gioiellino tedesco 22enne come l' italiano, ma con più fama e considerazione. Cutrone invece ha segnato il tredicesimo gol stagionale e così facendo sta spingendo sempre più in panchina il suo alter ego portoghese André Silva. La differenza è che l' uno è un prodotto del settore giovanile del Milan, l' altro è stato acquistato per 38 milioni di euro. È la dimostrazione che i talenti italiani sono come l' erba: crescono esattamente come quelli degli altri, a patto che si dia loro da bere. Meglio se anche nei giardini d' Europa. di Claudio Savelli