Il commento

Fabrizio Biasin, tra Napoli e Juve c'è un duello meraviglioso che non si "merita" polemiche senza senso

Giovanni Ruggiero

L’Italia è quel Paese dove una squadra vince 7-0, ma non è merito suo, è colpa degli altri che si sono «scansati». Succede che codesto verbo («scansare») venga utilizzato da qualche tempo per identificare quelle avversarie della Juventus che in qualche modo si consegnano all’avversario, non combattono, alzano bandiera bianca: la cosa sarebbe divertente se non fosse che qualcuno ci crede per davvero. Ieri la Juve ha battuto il Sassuolo per 7-0 perché gli emiliani sono questi: una squadra al 15° posto in classifica che crolla secondo pronostico nello stadio dove perdono quasi tutti. Leggi anche: Biasin: "Pecoraro tifa Napoli e Fabbiricini Roma? Buono a sapersi" Noi altri facciamo dietrologia perché abbiamo bisogno di una polemica di cui nutrirci: settimana scorsa ce l’ha offerta «l’utilizzo del Var», questa volta il cazzeggio sullo «scansamento», come se fosse anormale che ex giocatori del Real Madrid come Higuain o Khedira schiantassero - con tutti il rispetto - Lemos e Magnanelli. L’«anormalità», scusate ancora, è che non ci riescano Roma e Inter. Ma, dicevamo, ci piace inzuppare il biscotto nel tazzone delle polemiche e, quindi, quasi sbuffiamo nel vedere che il Napoli si «mangia» il Benevento e non ci permette di attaccare Sarri o il Var o entrambi. No, il Napoli prosegue il suo fenomenale cammino e conferma la volontà di arrivare fino in fondo... costi quel che costi (l’Europa League assomiglia sempre di più a un fastidio da togliersi il prima possibile). Per fortuna viene in soccorso l’Inter dei brutti e smarriti. Spalletti che «è il nuovo Mourinho!» (mantra di due mesi fa) in un amen per le masse si è trasformato nel «nuovo Pioli». E forse la verità è che si tratta semplicemente di «Spalletti», tecnico capace che deve fare i conti con materiale «avariato», giocatori che gli declami il celebre detto («quando il gioco si fa duro i duri iniziano a combattere!») e invece di risponderti «sissignore!» scelgono la strada dello scaricabarile, una sorta di riflesso incondizionato che ti porta ad agire inserendo «l’autodifesa» (“faccio il passaggio al compagno più vicino perché se tento il passaggio a quello più lontano magari sbaglio e se la prendono con me”). E il problema è sempre lo stesso: gli «uomini» sono più importanti dei «giocatori». Questa roba può sembrare una cazzata figlia della retorica, ma non lo è. Per informazioni chiedere a Gattuso Rino, ex calciatore dai piedi discutibili e ora allenatore con le idee chiare: sa di aver perso una grande occasione a Udine, sa che non serve a nulla che tutti ora gli dicano «bravo! Hai trasformato il Milan!», sa che in ottica Europa League l’Atalanta sarà una «brutta bestia» fino alla fine. E non solo per lui. di Fabrizio Biasin