Ai raggi X

Serie A, come leggerla: i 7 simboli, secondo Fabrizio Biasin

Andrea Tempestini

Scriveremo cose assolutamente perdibili sugli uomini, più che sulle squadre. Sarà un sunto inutile e per nulla oggettivo, ma oggi ci possiamo permettere questo ed altro perché tanto ci troviamo in regime di «sosta invernale» e ogni cosa è destinata a finire nel calderone della noia e del mercato. Immobile. Quattro gol in una partita non li fai tutti i giorni, Ciro da Napoli ne ha buttati dentro 30 nel 2017 ed è ripartito con un sontuoso poker. Lo scugnizzo è il simbolo di una Lazio che nessuno aveva pronosticato tra le prime 4 e, invece, oggi è la più seria candidata al ruolo di «prima tra le normali». Schick. La Roma s’è persa e il dato di fatto è che le è capitato quando tutti si aspettavano l’esplosione del biondino. E, invece, nel 4-3-3 di Di Francesco il ceco sembra una mestolata di cremina al mascarpone nel piatto di lenticchie. Urgono soluzioni (tattiche, soprattutto). Koulibaly. Se il Napoli ha la miglior difesa del campionato (13 gol subiti in 20 partite) il merito è in gran parte suo. Il miglior centrale della serie A è anche bomber (4 gol) e se gli dici «scudetto» non trema neanche un po’. Bonucci. Il primo gol con la maglia del Milan gli fa vincere il «premio Spelacchio»: una rete tanto brutta quanto apprezzata dai tifosi del Milan. Gattuso, nel suo piccolo, ha risvegliato lui, Çalhanoglu e altri «scomparsi» rossoneri. Non servirà a tornare in quota-Champions, ma è già molto. Gagliardini. Non è il peggiore tra gli uomini di Spalletti, eppure rappresenta bene il principale problema dei nerazzurri: il centrocampo. In difesa i giocatori sono contati ma finora hanno fatto il loro dovere; in mezzo, invece, mancano le idee. E senza idee regge solo lo schema «cross per Icardi»: troppo poco. Szczesny. Con un paio di parate pazzesche il polacco sembra voler dire a Buffon: «Ehi Gigi, quando ti intervistano ricordati del povero Wojciech» (bel nome tra l’altro). Coutinho. Il Barcellona lo ha acquistato dal Liverpool per 160 milioni di euro. Al cambio fanno 8 miliardi di sacchetti-bio. Non pochi. di Fabrizio Biasin @FBiasin