Il retroscena

Calciomercato, Marotta già protagonista. Bianconeri a un passo da Emre Can

Eliana Giusto

Se abbiamo già assegnato al Napoli il voto più alto del girone d' andata (campione d' inverno con +10 punti rispetto a un anno fa), il merito maggiore va al suo allenatore Maurizio Sarri. Il segreto di questo exploit sta in difesa: solo 13 gol presi rispetto ai 22 del passato torneo mentre l' attacco era ed è a 42. Dunque Sarri ha cercato e trovato i correttivi adatti, facendo rendere al meglio la classe di Koulibaly. E se continua la fase di stanca di Mertens, sembra cambiato Hamsik specialmente da quando ha superato Maradona per gol fatti (117): in passato Marek si esaltava con le piccole mentre nelle partite che contavano era spesso spettatore. Ultimamente, a segno contro Samp e Toro, ha offerto anche grandi prestazioni: la sua continuità sarà decisiva. Certo, Sarri utilizza un ridottissimo numero di giocatori, che l' hanno comunque finora ripagato. Per cui avendo poco o nulla da eccepire sul suo lavoro che rasenta la perfezione, se dovessimo cercare il pelo nell' uovo lo troveremmo nelle sue dichiarazioni: se riuscisse a porre fine alle solite banali lamentele diventerebbe sicuramente molto più simpatico. Si è sempre lamentato ad esempio quando gli è capitato di giocare dopo la Juve, perché per lui inseguire un risultato già acquisito dalla rivale crea tensione. Ha smesso solo perché, ad oggi, è la quinta volta che gioca prima della Signora, eppure da Torino non si sono avvertiti mugugni. Da quelle parti non fa differenza giocare prima o dopo, l' obiettivo è vincere a prescindere dal risultato dell' avversario. Ci piacerebbe che Sarri ne prendesse atto. La Juve segue il Napoli a un punto e con un punto in meno del passato campionato (48 contro 47). L' attacco ha segnato 7 gol in più (48 contro 41) mentre la difesa ne aveva subito uno in meno (14 contro 15). Più forte quindi davanti rispetto al reparto arretrato, che Allegri ha cercato di supportare inserendo sugli esterni Cuadrado e Mandzukic. La squadra, meglio compattata dall' arrivo di Matuidi, adotta spesso la soluzione del contropiede per stanare i rivali. Nota dolente la collocazione di Dybala spesso in panca, ci dicono per non sbilanciare la squadra. Ci auguriamo che sia dipeso esclusivamente dagli ultimi due rigori sbagliati perché calciati con sufficienza, e che Max abbia voluto bacchettare Paulo. Se invece fosse davvero per motivi tattici sarebbe un grave errore: un simile campione rende la squadra più temibile e più competitiva. A Verona, la partita più brutta della Juve, ci sono voluti due suoi guizzi. Durante il duetto in tv tra Allegri e Capello, Fabio ha chiesto a Max il perché delle panchine di Dybala e Max ha risposto «ma anche tu facevi lo stesso con Del Piero». Però a quel tempo Del Piero aveva 34 anni ed era reduce da un grave incidente, Dybala ne ha 24 e all' età sua nessuno si sarebbe mai sognato di tenere Alex in panchina. Considerando poi che la Juve non ha un gioco corale come il Napoli, è indispensabile avere un giocatore che spacca le partite e affianchi il solitario Higuain. Saranno probabilmente Napoli e Juve a giocarsi lo scudetto. La Roma infatti non ci sembra in grado di impensierirle: troppo lenta e macchinosa, solo forza fisica che spesso subisce la leggerezza e la velocità degli avversari (vedi il Sassuolo). Con Dzeko che è il primo a farne le spese. L' Inter? Senza la vena di Icardi e Perisic diventa una squadra normale, salvata talvolta dalle grandi parate di Handanovic. Mentre la Lazio è l' insidia vera per le aspiranti ad un posto di Champions. riproduzione riservata ALBERTO NEGLIA La Juve ha scelto Emre Can (23 anni). Il centrocampista del Liverpool, in scadenza contrattuale il prossimo giugno, è l' uomo richiesto da Allegri, che più volte negli anni ha provato a dare nuove sembianze al centrocampo bianconero. L' anno scorso si è accontentato di Rincón (29), poi scaricato. Ci riproverà con il 23enne tedesco di origini turche, magari già da questo gennaio. I viaggi di Paratici verso Liverpool sono andati proprio in questa direzione: consolidare i rapporti con l' agente del giocatore e, soprattutto, sondare la disponibilità di Klopp a privarsene già nella finestra invernale. Certo, l' eventualità che la Juve investa subito per una pedina che non può disputare la Champions, quando potrebbe averlo gratis a fine stagione, è remota. A meno che L' insolito triangolo di mercato Torino-Liverpool-Gelsenkirchen potrebbe sorprendentemente sbloccare la trattativa: nel mirino di Klopp c' è, infatti, Goretzka (22) dello Schalke, pure in scadenza a giugno. Il centrocampista avrebbe scelto di accasarsi ad Anfield a parametro zero, ma il Liverpool vuole anticiparne l' arrivo. Qualora l' affare andasse in porto, Emre Can alla Juve si sbloccherebbe subito. E prenderebbe numericamente il posto di Pjaca (22), che a sua volta sembra destinato al prestito allo Schalke, nonostante alcune voci lo vogliano al Milan. Che si concretizzi a giugno o gennaio (ma l'«oracolo» virtuale Wikipedia si sbilancia: è già juventino), l' acquisto di Emre Can regala due indicazioni preziose sulla Juve che sarà: si tratta di un centrocampista duttile e potente, abile in una mediana a due o a tre, così come da interno di centrocampo. Il centrocampista moderno che Allegri invoca da tempo. La seconda considerazione riguarda proprio il tecnico, che sta pianificando già la prossima annata, anticipando di fatto le sue mosse future: sarà ancora Juve, al netto delle recenti critiche, talvolta costruttive, ma puntualmente smentite dai risultati che in autunno inoltrato sono tornati. Max ha impiegato l' intero girone d' andata a restituire fame alla vecchia guardia, forse sazia delle vittorie passate. Ha rivisitato la BBC con l' innesto di Benatia e ha rivitalizzato prima Higuain e poi Dybala. Ci sarà dunque con molta probabilità una quinta stagione di Allegri-Juve. Per i più curiosi, ecco uno spoiler: potrebbero arrivare altre vittorie. E il livornese (193 presenze in assoluto con la Juve) farebbe un altro passo nella storia della Signora, avvicinandosi a chi l' ha scandita prima di lui. Superando facilmente Parola (210) e Herrera (224) e avvicinandosi a Trapattoni (596) e Lippi (405). Inter e Milan si muoveranno, diversamente, nella scomoda ottica dell' autofinanziamento: ai nerazzurri piace Pastore (28), ma il Psg vuole 40 milioni. La stessa cifra che, secondo i media inglesi, Mourinho sborserebbe per portare Joao Mario (24) allo United. Considerando il momentaccio del portoghese, è quantomeno fantasiosa l' ipotesi di una cessione tanto ricca. Potrebbe arrivare in futuro, a patto che si recuperi il giocatore. Il discorso è speculare per l' altro portoghese, André Silva (22), strapagato dal Milan in estate (38 milioni). L' Everton sarebbe sulle sue tracce, ma verosimilmente per un prestito che non gioverebbe ai rossoneri. Ecco che, allora, si scalda la pista Deulofeu (23) per le due milanesi: il Barcellona potrebbe prestarlo e lo spagnolo dal Milan ci è già passato l' anno scorso, lasciando un ottimo ricordo. Ma c' è la concorrenza di Montella, inatteso terzo incomodo che l' avrebbe chiesto al Siviglia. Sempre da Barcellona è arrivata una suggestione per il Milan: l' agente di Arda Turan (30), Bulut, avrebbe offerto il turco. Ma il problema è duplice: ingaggio (7 milioni) e cartellino (almeno 20). Più facilmente si arriverebbe a Moussa Dembelé (30) del Tottenham, alternativa a Biglia e Kessie, in scadenza nel 2019. Qualche spicciolo potrebbe arrivare indirettamente dalla cessione di Verdi (25) dal Bologna al Napoli. Il costo si aggira sui 25 milioni e ai rossoneri andrebbe il 20% della vendita dell' esterno, secondo accordi. Magra consolazione: quanto servirebbe oggi il 9 rossoblu... di Alberto Neglia