La partitissima

Inter-Milan, il derby in tre mosse: che cosa deciderà il match tra Spalletti e Montella

Andrea Tempestini

Come tre indizi fanno una prova, allora tre mosse potrebbero bastare ad Inter e Milan per servire lo scacco matto nel derby (alle 20.45, diretta Sky Sport 1 e Premium Sport). Tre a testa, una tattica, una tecnica, una psicologica. La mossa tattica dell’Inter fa leva sul più evidente difetto difensivo dei rossoneri: Montella chiede a Musacchio e Romagnoli di accorciare in avanti per poter recuperare in fretta il pallone ma le marcature preventive finora non sono state applicate nei tempi e nei modi corretti, quindi il Milan si scopre e concede campo in profondità: il territorio di caccia preferito di Icardi (oltre all’area di rigore). Il capitano nerazzurro dovrà quindi essere ben servito sui movimenti alle spalle o ai lati di Bonucci e sarà di conseguenza fondamentale la rifinitura di Joao Mario. È proprio il portoghese la seconda mossa dell’Inter, quella “tecnica”: primo perché è la sua occasione di rilancio, secondo perché sarà in inferiorità numerica contro Kessié e Biglia. Siccome il trequartista di Spalletti è essenziale per consolidare il possesso, ovvero ciò che ha permesso all’Inter di subire solo 3 gol in 7 gare, Mario dovrà sfuggire ai radar rossoneri per poter duettare con Gagliardini e Borja Valero o servire Icardi in profondità. La terza mossa di Spalletti non è una pedina da muovere, ma uno sguardo allo scacchista avversario, una piccola sfida psicologica. Sa di avere una squadra in un ottimo stato emotivo, Spalletti, quindi ha pensato fosse in grado di gestire un derby ad alta temperatura: per questo ha risposto in tono di sfida a Mirabelli, che aveva “invitato” l’Inter «ad avere paura». Potrebbe essere una molla o un boomerang, ma una cosa è certa: da anni un allenatore nerazzurro non azzardava una comunicazione sopra le righe, seppur di poco, per il derby. Montella ha risposto nel suo solito stile, cercando di trasmettere la consueta tranquillità e sottolineando meriti del Milan che andrebbero ben oltre la classifica. La verità è che, a fronte della piena fiducia pubblica della società («Petkovic come sostituto? Fantascienza», ha scritto il ds Mirabelli), l’Aeroplanino non potrebbe permettersi di dormire sonni tranquilli in caso di -10 dall’Inter. Anche la sua serenità è una mossa psicologica, che molti tifosi gli rimproverano: serve a dare convinzione a una squadra che ha mandato segnali interessanti con la Roma. Tutto dipende se dietro a questo atteggiamento si rivelerà un lavoro sulla mentalità vincente che ancora latita in un gruppo senza identità e leader. In tema di condottieri, sarà fondamentale il ruolo di Bonucci. Il capitano è “la” mossa, ben oltre questa serata. È stato acquistato per vincere partite del genere. E questo vale ancor di più contro l’Inter, avversario ad alta tensione in maglia della Juve. Leo non è stato brillante nemmeno in Nazionale: a San Siro dovrà essere impeccabile per 90’ di fronte a un pubblico che non perderà occasione per beccare il lontano ex. Il resto dovranno farlo i compagni dell’attacco. Se André Silva pronostica un «2-0», di sicuro non potrà farlo senza l’assistenza di Suso. Lo spagnolo ha pagato il cambio di modulo, ora punta a ritrovarsi con un piccolo aggiustamento offensivo verso un possibile 3-4-2-1. Con il portoghese a fianco - e Bonaventura più vicino per costruire un quadrato in grado ingabbiare la mediana nerazzurra - Suso potrà ritrovare lo spazio per sfogarsi, inventare e dribblare: tornare trascinatore. La mossa più piccola, insomma, potrebbe rivelarsi decisiva. di Claudio Savelli